"L'allevamento non è sostenibile, ci sono più maiali che abitanti"

Crespina, lo sfogo del sindaco che annuncia una lettera alla Regione Toscana: "Il territorio è cambiato rispetto a trent'anni anni fa"

Maiale e gallina in una foto di repertorio AP

Maiale e gallina in una foto di repertorio AP

Crespina, 18 marzo 2017 - La battaglia per i cattivi odori a causa dei maiali arriva in consiglio comunale. «L'allevamento non è più sostenibile con il territorio. Ci sono più maiali di abitanti». Il sindaco di Crespina Lorenzana Thomas D’Addona ha annunciato, all’esito della discussione in consiglio comunale, una lettera alla Regione Toscana dove illustrare tutte le perplessità del municipio e le problematiche che, oggi, ci sono sul territorio in rapporto all’attività in piedi da decenni a Torre a Cenaia.

«Lavoria non è più quella di trent’anni fa – dice D’Addona – ora c’è un’area artigianale attrezzata, articolata e in fase di crescita, c’è la sede provvisoria della scuola, un supermercato, tante attività che stanno partendo e una vita, in generale, impensabile quando l’allevamento fu messo in piedi». Oggi questo rapporto stride. L’ha sottolineato con una mozione il gruppo d’opposizione Orizzonte in Comune: la mozione, che chiede un aggiornamento costante del sito comunale sulle questione ambiatali è stata accolta. 

«Noi abbiamo chiesto più controlli – ammette D’Addona – teniamo monitorizzata la questione con la polizia municipale. Ma i 10mila maiali restano e la loro concentrazione, pur sostenuta da impianti moderni e forniti di tutte le strumentazioni, crea disagi per le maleodoranze che in alcuni periodi sono importanti e al centro di segnalazioni continue». «L’allevamento è dotato di autorizzazioni sulle quali la competenza è della Regione Toscana – spiega il sindaco – L’ho detto e ribadito in consiglio comunale e l’allevamento, se lavora nel rispetto delle legge e delle prescrizioni ha il diritto di essere esercitato. Alla Regione dirò che la sua presenza “stride“, appunto, con il territorio e le sue ambizioni».