Coronavirus, studentessa toscana in quarantena

La ragazza era in Cina per un progetto didattico ed è stata fatta rientrare. Ora è bloccata a Roma

Passeggeri all'arrivo in aeroporto (Ansa)

Passeggeri all'arrivo in aeroporto (Ansa)

Pontedera (Pisa), 12 febbraio 2020 - Una studentessa di un istituto superiore di Pontedera è in quarantenna alla Cecchignola, insieme agli oltre cinquanta connazionali fatti rientrare dalla Cina, a causa del propagarsi del coronavirus. Per ovvie ragioni di riservatezza, non sveliamo né la scuola frequentata né il nome della ragazza. Si può solo dire che frequenta una terza e che era in Cina per un programma annuale di studio con il progetto Intercultura concordato, ovviamente, con la scuola nell’ambito dei progetti internazionali. L’istituto pontederese ha confermato la notizia e fornito tutte le rassicurazioni del caso. La studentessa sta bene, non ha febbre o altri sintomi riconducibili al coronavirus. Dovrà rimanere altri giorni alla Cecchignola e rispettare le indicazioni ricevute dai sanitari che seguono la situazione con la massima attenzione secondo i protocolli nazionali e internazionali.

Le istituzioni tutte si stanno muovendo a 360 gradi con efficacia e in maniera tempestiva. Le istituzioni scolastiche a tutti i livelli, dal ministero agli uffici scolastici regionale e provinciale, alle dirigenze scolastiche fino agli enti locali che seguono con la massima attenzione lo sviluppo della vicenda che riguarda la studentessa. Vicenda che, come è facile comprendere, seppur non ancora resa nota attraverso gli organi di informazione, è di dominio pubblico nell’istituto frequentato dalla ragazza. Come viene ripetuto a livello istituzionale non è assolutamente il caso di fare alcun allarmismo e suscitare ulteriore preoccupazione. Come detto – e va ripetuto – la studentessa sta bene, non manifesta alcun sintomo riconducibile all’infezione da coronavirus e deve rimanere altri giorni a Roma, alla Cecchignola, dove sono stati accolti tutti gli italiani fatti rientrare la settimana scorsa e riportati in Italia con un volo dell’Aeronautica militare fatti rientrare tutti il 3 febbraio scorso.

Secondo i calcoli, i quattordici giorni della quarantena degli oltre cinquanta italiani fatti rientrare da Whuan – la megalopoli della Cina da dove si è propagato il virus e da settimane deserta – dovrebbero scadere il 17 febbraio, cioè lunedì prossimo. Ma dopo il propagarsi di notizie sull’ipotesi di un prolungamento della quarantenna a ventiquattro giorni, c’è incertezza nella città militare di Roma. "Ci dicano cosa dobbiamo fare – le parole di uno degli italiani in isolamento – Non abbiamo una data esatta. L’ipotesi di un prolungamento della quarantena al momento riguarda solo delle voci che non avrebbero nessuna conferma". E’ chiaro che le persone in quarantena devono prestare la massima attenzione, usare le mascherine nei momenti di contatto tra loro, ma hanno accesso a televisioni, internet, organi di informazione e social. Sono, come si dice, connessi con l’esterno e questo alimenta voci e preoccupazioni.

Dall’Oms-Organizzazione mondiale della sanità non c’è alcuna nuova indicazione ufficiale, ma tra i pazienti c’è il timore che ci siano ripercussioni sulla permanenza alla Cecchignola, come riportato ieri dal nostro giornale. "Sappiamo che il conteggio della quarantena si è azzerato quando è stato ricoverato il ragazzo positivo – dicono ancora gli italiani rientrati da Wuhan – Quindi ci è stato detto che, se non ci fossero stati altri casi, avremmo lasciato la Cecchignola entro il 20 febbraio. Nella scuola superiore di Pontedera frequentata dalla studentessa c’è attesa e fiducia di poterla riabbracciare entro breve tempo.

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