"Acqua 360", come riutilizzare nelle concerie l'acqua depurata

Il progetto del depuratore Aquarno di Santa Croce vede partner Poteco, Laboratori Archa, DeltAcque, concerie San Lorenzo, Settebello e Victoria, e rientra negli interventi per il "Tubone" che porterà le acque da depurare di 42 Comuni Toscani al depuratore Aquarno di Santa Croce

Una veduta aerea del depuratore Aquarno e il direttore dell'impianto Nicola Andreanini

Una veduta aerea del depuratore Aquarno e il direttore dell'impianto Nicola Andreanini

Santa Croce sull'Arno, 5 febbraio 2018 - Il "Tubone" è già realtà con "Acqua 360. Depurare e affinare acque reflue civili, per poi farle usare dalle concerie nel loro processo di lavorazione: è l’attività che sta realizzando il progetto "Acqua 360" che, dall’ultimo trimestre del 2016, e per tutto il 2018, sta sperimentando quello che sarà uno dei risultati più eclatanti del cosiddetto "Tubone", il nuovo sistema di riassetto idrico di 42 Comuni della Toscana, che avrà il suo fulcro nel depuratore Aquarno di Santa Croce sull’Arno e che sarà a pieno regime entro i prossimi 4 anni. Proprio il depuratore Aquarno è tra i partner del progetto "Acqua 360", insieme a Poteco, Laboratori Archa, DeltAcque e concerie San Lorenzo, Settebello e Victoria per un monitoraggio completo dell’attività di riuso dei reflui civili nel processo conciario che, seppur ancora sperimentale ed estesa alle sole concerie coinvolte nel progetto, sta dando già indicazioni importanti. Come spiega il direttore Aquarno, ingegner Nicola Andreanini: "Il riscontro più significativo sarà quello delle aziende produttive, che sono i nostri partner in questa iniziativa, come anche il feedback del Poteco e riguarderà la bontà commerciale del prodotto finito".