Carceri, mezzo milione per riaprirle La scommessa nei fondi Pnrr

Palazzo Pretorio, l’amministrazione comunale ha partecipato al bando del Ministero della cultura. Se i soldi saranno assegnati, serviranno ad abbattere le barriere architettoniche dell’ultimo piano

di Nicola Pasquinucci

Le carceri di Pontedera potrebbero riaprire nel giro di un paio di anni, ma non per accogliere nuovamente i malviventi, ma questa volta visitatori di mostre e partecipanti ad eventi. E’ questo il futuro che sta prendendo forma grazie al progetto dell’amministrazione comunale che è intenzionata a chiedere i fondi per rendere visitabili i locali dell’ultimo piano di Palazzo Pretorio. Un progetto ambizioso che in realtà parte da lontano, da quando il tribunale, nonostante le mille proteste e prese di posizione, chiuse i battenti per traslocare nelle aule di giustizia pisane. Scelta fatta in nome del risparmio economico ma che di fatto svuotò il Palazzo Pretorio, simbolo di Pontedera con il suo loggiato e l’orologio sulla torre.

Si aprì un lunga e tormentata discussione per capire come riutilizzare l’antico edificio, ovviamente vincolato dalla sovrintendenza e che aveva bisogno anche di costosi lavori di recupero e messa a norma. Alla fine fu scelto di affidare il piano terra ai privati per aprire attività di ristorazione e di trasformare le aule di giustizia del primo piano, in un’area espositiva. Per poi lasciare il secondo piano al giudice di pace e infine riaprire le ex carceri dell’ultimo piano. Non fu però un percorso facile e veloce. Perché se nel 2016 il piano tornò a vivere con un bar e un ristorante insieme al museo del primo piano, ribattezzato Palp, per gli uffici del giudice di pace furono necessari altri anni di attesa tra intoppi e false partenze, fino al luglio del 2021, anno dell’inaugurazione.

E’ rimasto quindi in balia della polvere l’ex carcere: un groviglio di corridoi e suggestive stanze e celle con tanto di sottotetto per l’ora d’aria dei detenuti da dove si può ancora ammirare uno spicchio della città. Spazi chiusi dagli anni ’70 del secolo scorso e mai più riutilizzati se non per un paio di eventi abbastanza recenti. Furono di nuovo accessibili in occasione di visite guidate a stretto numero di partecipanti. Poi niente più a causa della difficoltà di mettere a norma i locali, soprattutto per quanto riguarda le barriere architettoniche. Ecco quindi la necessità di trovare un finanziamento per un progetto che l’amministrazione comunale ha stimato per un valore complessivo di 499.780mila euro.

Una cifra notevole che rientrerà nel pacchetto delle domande da spedire al Ministero della cultura nella speranza di accaparrarsi i finanziamenti Pnrr. Domanda, fatta praticamente allo scadere del bando, e che se verrà scartata costringerà a rimettere il progetto di recupero delle ex carceri di nuovo nel cassetto.