Caporalato, prima udienza per un imprenditore

Nel 2018 sono finite nei guai due persone che lavorano nel settore agricolo

E’ fissata al 6 maggio la prima udienza che vede imputato un uomo residente in Valdicecina, rinviato a giudizio con l’accusa di caporalato. Dopo le prime due udienze del 2020 rinviate (la prima per questioni procedurali, la seconda a causa della pandemia), si entra nel vivo di una vicenda scoppiata a fine 2018 con un’operazione condotta dai carabinieri dell’ispettorato del lavoro che portò alla denuncia di due imprenditori agricoli per "sfruttamento delle condizioni di bisogno personali dei lavoratori". Uno dei due imprenditori fu denunciato anche per impiego di manodopera clandestina. Un’operazione portata a termine dopo una serie di servizi e controlli nelle campagne della Valdicecina. Uno dei lavoratori, stando la ricostruzione fornita a chiusura delle indagini preliminari, era stato reclutato in una struttura per rifugiati in provincia di Livorno. Sempre secondo l’accusa, due extracomunitari erano stati impiegati nel 2017 e nel 2018 "per lo svolgimento dei più svariati lavori agricoli in condizioni di lavoro massacranti". L’imputato è difeso dagli avvocati Marta Rossi (foro di Livorno) e Paolo Cantore (foro di Roma). "Siamo in una fase delicata e non posso rilasciare dichiarazioni – dice Rossi – ma nel corso del dibattimento ci concentreremo sulle lacune presenti nell’impianto accusatorio e sui pregiudizi investigativi".