
di Carlo Baroni
La scarpa in ripresa. A piccoli passi. E con qualche preoccupazione ancora. Il settore è strategico nell’economia del Compresorio. Nel primo trimestre del 2023 il comaprto registra una crescita del fatturato del +13,6% rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente. E’ la fotografia scattata dal Centro Studi Confindustria Moda per Assocalzaturifici. "Prosegue l’incremento dell’export, segnando +16,1% a valore. Giovanna Ceolini, presidente di Assocalzaturifici spiega: "Tutte le prime 20 destinazioni, con la sola eccezione della Svizzera (-7,8%), mostrano aumenti in valore e quasi sempre a doppia cifra. Diverso però il discorso in termini di volume, dove rallenta vistosamente il Nord America (-19,4%) e frenano la Germania (-8,8%), il Regno Unito (-10,1%) e i flussi diretti in Svizzera (-24,8%), tradizionale hub logistico delle griffe del lusso – dice ceolini – . Rimbalzo in Russia e Ucraina, anche se va tenuto conto che nel marzo dello scorso anno, subito dopo l’avvio del conflitto, le vendite verso i due mercati erano crollate". Continua inoltre il recupero sul mercato interno (+8,2% in spesa gli acquisti delle famiglie su gennaio-marzo 2022)”.
Nonostante il trend favorevole, non mancano però elementi di preoccupazione. Sono diversi, infatti, i segnali di affievolimento (per certi versi fisiologico) della crescita, dopo il rimbalzo registrato nel 2021 e l’ulteriore consolidamento del 2022 che, seppur con un andamento piuttosto disomogeneo tra le aziende, hanno permesso al settore nella sua generalità di tornare sui livelli di fatturato del 2019 pre-Covid. "L’indagine condotta dal Centro Studi di Confindustria Moda presso i nostri associati – rileva Giovanna Ceolini – ha evidenziato inoltre come i costi elevati di energia e materie prime rappresentino attualmente il problema maggiore per le imprese calzaturiere, per il forte impatto sui bilanci aziendali".
Tornando all’export, il dettaglio per tipologia mostra andamenti disomogenei. Il comparto delle calzature con tomaio in pelle – primo per importanza con un’incidenza del 63% sulle vendite estere in valore – è l’unico a presentare nel primo trimestre incrementi dell’export sia in valore (di poco superiori alla media, +18,6%) che in volume (+1,4%). Sensibile riduzione per le calzature in pelle da bambino (-12% in volume), che interrompono il recupero dell’ultimo biennio.