Morte nell'auto finita nella scarpata, conducente patteggia la pena

San Miniato, processo lampo in tribunale a Pisa: Buleandra Neculaia prende un anno e otto mesi di reclusione

Il tragico incidente

Il tragico incidente

San Miniato,  22 marzo 2018 -  Fu un tragico di una decina di metri dentro l’auto finita nella scarpata che costeggia via Dalmazia, sulle colline di San Miniato in direzione di Cigoli. Morì così, nell’ottobre 2015, Neculai Oancea, romeno, che quel giorno sedeva al posto del passeggero sul veicolo che urtò gli alberi lungo la carreggiata prima di finire in una scarpata con un dislivello di sette metri. Illeso invece il conducente, che risultò positivo all’alcoltest. Si tratta del 35enne Buleandra Neculai, originario della Romania, assistito dall’avvocato Mara Policicchio del foro di Roma, che è finito sotto processo per omicidio colposo. Ieri mattina, davanti il giudice del tribunale di Pisa Antonella Frizilio, l’imputato ha patteggiato un anno e 8 mesi più 533 euro di ammenda, con la sospensione condizionale della pena. La vittima, Oancea Neculai, padre di tre figli, era il cognato dell’imputato. L’uomo residente a Pedelago in provincia di Treviso, la prima città italiana dove si era trasferito dal suo Paese d’origine, era un artigiano piastrellista che lavorava a Pontedera: morì sul colpo, sbalzato fuori dall’abitacolo della sua Fiat Palio. Fu proprio il conducente, e imputato al processo, il primo a rendersi conto che il cognato non dava segni di vita.

L’incidente avvenne in Via Dalmazia, una strada stretta e con tante curve. Una via insidiosa sulla quale all’improvviso la Palio con i due rumeni a bordo non ebbe più avuto il suolo sotto le ruote della parte destra e finì giù nella scarpata, cappottandosi e urtando più volte contro gli alberi. Il rumeno, che probabilmente non indossava le cinture di sicurezza, fu sbalzato fuori dal vetro anteriore andato in frantumi. Il medico e l’infermiere dell’auto medica fatta arrivare dalla centrale operativa del 118, unitamente ai volontari della Misericordia di San Miniato Basso, provarono in tutti i modi a rianimarlo. Ma non ci niente da fare. Il cuore di Oancea si fermò dopo le 17,30 sotto gli occhi atterriti del cognato rimasto illeso nel terribile fuori strada. Questo dramma familiare – la moglie dell’imputato è sorella della moglie della vittima – dopo le indagini di rito dei carabinieri, è diventato un processo che si è chiuso con l’udienza «lampo» del patteggiamento della pena. I parenti sono stati già risarciti con quasi un milione di euro dall’assicurazione