Bellaria, no alla lottizzazione: nasce comitato

Un gruppo di residenti si organizza per difendere il parco. L’avvocato Alessandro Brini presidente. Raggiunte 245 adesioni

Nasce il nuovo comitato Proteggiamo il parco Bellaria, un organismo promosso dai residenti del quartiere che da alcune settimane lottano contro la costruzione di nuovi appartamenti in quello che fino ai primi anni Duemila era il campo sportivo Filippo Orsini della Bellaria Cappuccini e che fino ad ora è rimasto un grande prato inutilizzato. Nel 2007 venne firmata la prima convenzione per l’inizio della nuova lottizzazione poi modificata con la variante del 2019. Modifiche che però non sono piaciute a chi vive in questa zone e a chi ci ha comprato le nuove case negli ultimi anni.

"Nella variante approvata nel 2019 si va a costruire in quello che doveva essere il nuovo parco del quartiere – spiega l’avvocato Chiara Marley Citi, residente e portavoce del neonato comitato –. Mentre la lottizzazione non è ancora stata terminata dall’impresa edile incaricata, con tanto di cantieri rimasti abbandonati in mezzo alle case, si va a costruire ancora e per di più lo si fa dove doveva nascere il nuovo polmone verde del quartiere, spazio vitale e punto di incontro per i bambini, i ragazzi e non solo". Questa in breve sintesi la protesta dei residenti che si sono dati una struttura organizzativa in vista delle prossime iniziative, tra cui la una petizione e raccolta firme per bloccare questa variante. Ai vertici del comitato il presidente, l’avvocato Alessandro Brini, vicepresidente l’avvocato Chiara Marley Citi, segretario Roberta Minneci e poi Lorenzo Bertini che cura il gruppo Facebook "Proteggiamo il Parco Bellaria", che ha raggiunto le 245 adesioni in due settimane, e il tesoriere Fabio Costantino.

"Nessuno in tutti questi anni ha mai contestato la variante del 2007 – spiega Citi –. Ma questa rimozione del parco per andare a costruire ancora non ci sta bene. Per di più il progetto della costruzione della nuova scuola vicino al terzo ponte non è una soluzione praticabile. Si tratta di una scuola dell’infanzia che prevede 3 sezioni, oltre alla mensa e i servizi accessori per 78 alunni e un ampliamento della struttura a 5 sezioni per 130 alunni complessivi, quindi non due sezioni per 40 bambini, come è stato detto a mezzo stampa. Vogliamo trovare la soluzione migliore per Pontedera, che adesso è lontana dal progetto attuale".