Dopo il coma torna a casa: "La mia rinascita"

Volterra e la storia di Leonardo: "All’Auxilium Vitae lascio il cuore"

 Leonardo con il personale dell’Auxilium Vitae che per mesi lo ha accudito e curato

Leonardo con il personale dell’Auxilium Vitae che per mesi lo ha accudito e curato

Volterra (Pisa), 23 maggio 2019 - La rinascita è un grande e contagioso sorriso stampato sul volto di Leonardo: "Sono felice di tornare a casa, ma qui lascio un pezzo del mio cuore". La storia di Leonardo Esposito, 29enne di Castellina Marittima, è un cono d’ombra che si fa luce, grazie anche alle cure prestate all’Auxilium Vitae: la sua esistenza piomba in un baratro mesi fa, quando un’emorragia cerebrale e una tremenda crisi respiratoria rischiano di portarlo via per sempre.

Il ricovero d’urgenza a Livorno, "non ricordo nulla di quei giorni – ci racconta Leonardo, poi il risveglio dal coma e il trasferimento prima al reparto Ugca della struttura volterrana e dopo alla neuro riabilitazione. Un percorso durissimo, ma reso più dolce grazie all’amore che ha stretto Leonardo. Interi reparti che lo hanno abbracciato, curato e amato, tanto da non fargli sentire il peso della malattia. alleggerendo quel duro cammino verso la ripresa. Una vita sulla quale si è accesa una nuova speranza. Un caso, quello di Leonardo, che si aggiunge alle tante storie di rinascita racchiuse nei padiglioni di Auxilium Vitae. L’animatrice della struttura, Manola Moretti, ha organizzato ieri una grande festa per salutare Leonardo che proprio oggi farà ritorno a casa, nella sua Castellina.

"E’ questa la grande ricchezza umana che Auxilium Vitae mantiene – spiega l’animatrice della struttura, Manola Moretti. "Auxilium è ormai la mia seconda casa – Leonardo è un fiume in piena di emozioni – sono forse l’unico paziente al mondo cui dispiace lasciare un ospedale. In questi mesi ho pian piano ricomposto i pezzi di un mosaico che si era scomposto, grazie all’aiuto di tanti professionisti che ho trovato qui a Volterra. Sarò per sempre legato a Jessica Bandini, la fisioterapista che mi ha insegnato di nuovo a camminare, a Manola che mi ha fatto cantare, a tutti gli operatori che non mi hanno fatto sentire un malato".