PONTEDERA "Prima il Comitato Salviamo piazza Curtatone, poi il Comitato Parco Bellaria, il Comitato Riapriamo Biblio Gronchi e ora il Comitato Forza Dnp. Come mai tutti questi cittadini non conoscono le consulte di quartiere? Come mai le consulte di quartiere non si riuniscono, magari in seduta aperta, per discutere dei problemi che affliggono il quartiere?". Sono le domande che si pone il consigliere comunale del Gruppo Civico, Alberto Andreoli. Il riferimento è all’ultimo comitato nato in città, quello per sollecitare l’amministrazione a riaprire la piscina comunale, chiusa per lavori da ormai cinque mesi mentre nel frattempo non si conosce ancora la data di riapertura. "Ecco l’ennesimo rinvio della riapertura e l’ira dei genitori che non ci stanno e formano un comitato per avere notizie precise e veritiere sull’andamento dei lavori sulla copertura della piscina – dice Andreoli –. Nonostante Pontedera si sia dotata delle consulte di quartiere, che per regolamento dovrebbero fungere da cerniera tra le istanze dei cittadini e le istituzioni, per ogni singola emergenza, creata direttamente o indirettamente dall’amministrazione, continuano a nascere i comitati. Il responsabile del (buon) funzionamento delle consulte di quartiere è l’assessore al decentramento, fossi in lui qualche domanda me la farei". "Eppure – prosegue Andreoli – durante la scorsa campagna elettorale l’attuale amministrazione Franconi promise di potenziarle e di finanziarle per un maggiore ed efficace funzionamento. È evidente che a fronte di tutti i problemi e della mancanza di risposte concrete l’amministrazione abbia difficoltà a confrontarsi con i cittadini. La pietra tombale sul funzionamento delle consulte è stata deposta dalla Consulta di quartiere "I Fabbri Treggiaia" che chiude l’ultimo verbale del 10 ottobre 2022 con queste lapidarie parole: "Tutti i membri sono concordi nel constata la mancanza di dialogo fra l’amministrazione e la consulta, ritenendo vano il lavoro di quest’ultima". E mentre la giunta si arrocca nel Palazzo i cittadini sono costretti ad organizzarsi in comitati".