"Io, preso a pugni solo perché sono gay"

Il racconto dopo una notte di paura in un discobar. I due aggressori si sono accaniti su una sua amica rompendole un braccio

Carabinieri

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Santa Croce sull'Arno (Pisa), 13 gennaio 2020 - «Avevo appena finito di ballare e due ragazzi, che avevo già notato e non mi erano piaciuti per niente, hanno iniziato a darmi fastidio. Mi hanno strappato la camicia, graffiato le schiena e tirato un pugno". Simone Turini è di Santa Croce, ha 19 anni, studia danza contemporanea a Firenze e non nasconde la sua omosessualità. Anzi, ha deciso di raccontare la paura vissuta alle 3 della notte tra venerdì e sabato in un locale di Altopascio aperto da un mese e dove per la prima volta era stata organizzata una festa lgbt, cioè per lesbiche, gay, bisessuali e transgender, perché, spiega, "l’omosessualità non è un prezzo da pagare, ma una lotta da vincere".

Quella di sabato notte ad Altopascio è stata chiaramente un’aggressione di stampo omofobo dentro il discobar. Poi degenerata fuori dove, secondo alcune testimonianze, sarebbero stati una cinquantina a darsele di santa ragione, pare usando anche bastoni e danneggiando le automobili parcheggiate. Nel locale, pochi minuti prima, i due aggressori, dopo aver preso di mira Simone, si sono spostati nei bagni e lì hanno picchiato una ragazza spaccandole un braccio e facendole uscire il sangue da un orecchio. La ragazza ha venti anni ed è di Santa Croce. E’ un’amica di Turini.

 "Per tutti noi – racconta ancora Turini – le ferite più grandi sono quelle psicologiche. Mentre nei bagni le mie amiche stavano cercando un chiarimento, uno dei due ragazzi ha risposto a una mia amica che gli ha chiesto perché mi avesse aggredito, ha risposto ‘Perché lui è gay e gli piace…’. Parole gravissime. Ma come, nel 2020, si deve sentire queste cose. Ci sono stati gay ammazzati in passato. Che più persone sappiano che in Italia nel 2020 succedono ancora queste cose. Lo faccio non per visibilità, ma per far capire alla gente a che livello siamo arrivati. Facciamo una manifestazione, lottiamo, perché voglio difendere i miei diritti e quelli di tanti altri".

«I buttafuori del locale pensavano fossimo stati noi a scatenare la rissa – racconta ancora Simone Turini – Invece erano stati i due, poi raggiunti da altri ragazzi e ragazze, una di queste ha preso una mia amica per i capelli strappandoglieli. Poi anche quelli della sicurezza si sono resi conto che erano i due i responsabili. I carabinieri di Lucca hanno preso il mio nome. Siamo andati dai carabinieri di Santa Croce per formalizzare la denuncia, ci torneremo domani mattina (stamani, Ndr) per mettere tutto nero su bianco". "Quando siamo usciti sentivamo urlare ‘gay di merda’", conclude Simone Turini, "cose che nel 2020 non si possono sentire".

Alcuni testimoni parlano di "ragazzi imbottiti di droga" tra i responsabili dell’aggressione. "Avevano le pupille dilatate - ha raccontato un altro dei presenti che vuol rimanere anonimo - E’ stato chiaro da subito quali intenzioni avessero".

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