A processo per furto di mobili Due condanne per ricettazione

Il giudice riqualifica il reato: condannati a 1 anno e 7 mesi. Dei tre imputati uno è stato. assolto con formula piena

SANTA CROCE

L’accusa era quella di aver rubato un’intera cucina, smontata nel corso della notte, compresi gli elettrodomestici. I tre – 45, 20 e 25 anni, abitanti i primi due a Santa Croce il terzo a Santa Maria a Monte – furono fermati dai carabinieri quando andavano a scaricare la merce. Erano a bordo di un furgone e un’auto. I tre furono fermati a un posto di controllo e tutto quello che era contenuto nel furgone venne ritenuto provento di un furto appena commesso in un casa che in quei giorni non era abitata: l’intero arredamento di una cucina. I tre vennero arrestati e il giorno successivo in tribunale

a Pisa comparvero davanti il giudice per l’udienza per direttissima. Babbo quarantacinquenne, figlio ventenne e amico venticinquenne, furono rimessi in libertà in attesa del processo che è stato celebrato nei giorni scorsi ed ha scritto un altro copione di questa storia. Non si trattò di furto. Perché il giudice, all’esito del dibattimento, accogliendo in parte il teorema dei difensori – gli avvocati Linda Bottai e Giuseppe Carvelli – ha condannato solo due imputati e per il reato di ricettazione. Uno l’ha pienamente assolto, ritenendolo assolutamente estraneo al fatto: K.M e L.M, sono stati condannati ad un anno e sette mesi di reclusione; M.S. è stato assolto con formula piena. Il pubblico ministero aveva chiesto per tutti e tre la condanna a due anni e 8 mesi di reclusione. Secondo i difensori – il processo, si apprende, avrà un proseguo in appello – la storia sarebbe ancora un’altra: sarebbe la storia di un incauto acquisto, portato a termine in tutta fretta perché proprio quella sera era il primo giorno in cui ci si poteva spostare (zona gialla) e la casa doveva essere velocemente liberata dai mobili. Secondo la difesa tutto questo sarebbe provato anche da un prelievo di denaro di 2mila euro che sarebbe stato fatto proprio per pagare quei mobili.

Carlo Baroni