Pontedera, 30 ottobre 2010 - La storia di Pontedera apre un nuovo capitolo lungo la nuova circonvallazione della navetta, a trecento metri dallo stadio in località Scoffia. Dove le ruspe mandate da Acque spa a scavare pozzi e canalizzazioni per rinforzare l’approvvigionamento cittadino di acqua, hanno portato alla luce una doppia «locus vinaria». Ovvero due grandi contenitori per la fermentazione del mosto. Il che significa l’attigua presenza di una vasca per la pigiatura e, allargando il campo, di una fattoria.

 

«Probabilmente una fattoria dell’eta imperiale augustea, primo o al massimo secondo secolo dopo Cristo», dice il dottor Giulio Ciampoltrini, archeologo della Sovrintendenza che ormai conosce il territorio pontederese più di ogni altro. «Sulla riva sinistra dell’Arno — spiega — correva la via romana tra Firenze e Pisa e nell’età augustea vi sorsero parecchie fattorie dove si produceva il vino. Lo sapevano — spiega ancora — ma questo ritrovamento è eccezionale perché questa è terra di antiche e recenti alluvioni, e io non avrei scommesso una lira sul risultato che è stato invece ottenuto».

 

Risultato che va attribuito alla giovane archeologa Sara Alberigici n— da giorni al seguito, passo passo, passo passo delle ruspe impegnate negli scavi — e alla collaborazione della ditta Fratelli Fegatilli di Palaia, con i suoi addetti Renzo Profeti, Michele Guerriero e Isa Muca, che hanno subito segnalata alla dotteressa l’esistenza di un manufatto. Trovato due metri e mezzo sotto terra e a circa sei metri dall’attiguo piano stradale della circonvallazione, recentemente realizzata.

 

Intorno a quella fossa in cui sono emerse le due “cisterne” per il mosto, forse collegata l’una all’altra ma una più antica dell’altra, ci sono stratificazioni che mostrano resti di materiale in cotto e sulle quali si lavorerà nei prossimi giorni per capire meglio e di più sul ritrovamento. A centocinquanta metri, a metà del terreno fra la vecchia via Sarzanese e la circonvallazione, c’è un casolare ristrutturato. Era lì la fattoria romana di circa 2000 anni fa? Può darsi. Bisognerebbe scavare molto, ma il destino dei ritrovamenti pontederesi è invece quello di restare, si, una segnalazione del passato, ma ricoperti o comunque non valorizzati. I lavori di scasso per l’acqua saranno comunque spostati, almeno questo sarà fatto, mentre nei prossimi giorni sarà presa una decisione più definitiva sul futuro di questo ritrovamento. Che secondo il dottor Ciampoltrini non è riconducibile alle centuriazioni romane ancora chiaramente visibili tra Pontedera, Gello, Latignano e Cascina, ma, forse, «a una presenza di derivazione volterrana». I prossini giorni potrebbero dare una risposta più incisiva anche a questo quesito.