Pontedera, 15 gennaio 2010 - Non e’ passato un solo giorno, da quel fatidico 25 dicembre, triste Natale, durante il quale gli amici non abbiano scritto o pubblicato qualcosa sulla sua pagina di Facebook. Non un solo giorno senza augurargli la buonanotte, non un solo giorno senza dargli il buongiorno.

I ragazzi e le ragazze che conoscevano Fabio Guelfi, il ventenne di Santa Maria a Monte deceduto all’alba dello scorso Natale in un tragico incidente avvenuto lungo la via delle Colline che porta a Treggiaia, tengono vivo il ricordo di Fabio non solo in maniera concreta — nella loro memoria fatta di ricordi che li legano inscindibilmente a quel bel ragazzo dagli occhi tanto espressivi — ma anche in maniera virtuale, attraverso Facebook, il social network più famoso di tutti i tempi. Con la purezza e l’autenticità che solo gli adolescenti possono ancora vantare di avere, questi ragazzi scrivono a Fabio — divenuto ormai il loro angelo — per ricordargli i momenti spensierati passati insieme, per chiedergli di dare loro la forza di affrontare questo tremendo lutto e per sentirlo vicino, così da alleviare la loro sofferenza.

Saverio, l’amico che gioca nel Cascine, ricorda le battute di Fabio sulla sua carriera di calciatore, e gli dedica il suo primo gol.
La sua ragazza, Elena, che era con lui fino a poco prima che si consumasse la tragedia, sa che Fabio rimarrà sempre con lei in ogni cosa che farà, e mentre pensa alla dolcezza di quel ragazzo così vitale ed estroso stringe a sé il pupazzo che lui le ha regalato.

Alessandra, la cugina, “posta” il video in cui scherzosamente Fabio la butta sotto la doccia fredda, mentre Matteo s’immagina che da lassù Fabio se la stia ridendo mentre lui “smatta” a mettere insieme, accompagnate da una base musicale, una serie di foto di Fabio dove la costante è lo straordinario sorriso del ventenne strappato troppo presto a quella vita che tanto amava.

Ma nonostante tutti si chiedano il perché di questa prematura scomparsa, e nonostante nessuno riesca ancora a credere che tutto ciò sia realmente successo, c’è un’unica certezza ad accompagnare ogni pensiero e ogni commento.
Una certezza che questi giovani, dando prova di maggior forza rispetto a molti altri adulti, dimostrano indiscutibilmente di avere: «Fabietto» non se n’è andato davvero, il suo sorriso non si è spento, ma continua a vivere con loro. Anche grazie alla tecnologia.