Roma-Firenze. Il cortocircuito delle alleanze

L’accordo che non c’è

Eugenio Giani

Eugenio Giani

Firenze, 5 agosto 2022 - Eugenio Giani spera che dopo l’accordo con Carlo Calenda ce ne possa essere uno anche con Matteo Renzi: "Le vie della politica prima del deposito delle liste portano a esiti imprevedibili…", dice Nostragianus. Naturale che il presidente della Regione lo auspichi: in Toscana, Pd e IV governano insieme e la campagna elettorale per le Politiche - checché ne dica lo stesso Giani, convinto che "negli equilibri di giunta non cambia niente" - rischia di essere esplosiva. Soprattutto se vediamo chi c’è tra le candidature di Italia Viva appena annunciate. Come la vicepresidente della Regione, Stefania Saccardi. Con un cortocircuito che si potrebbe verificare: a sfidarsi potrebbero anche essere gli ex renziani rimasti nel Pd e i renziani di origine controllata e protetta.

Come insegnava Rino Formica, la politica è sangue e merda, sicché c’è da supporre che non saranno le buone intenzioni di Giani a fermare il comprensibile istinto di sopravvivenza di Italia Viva. D’altronde le cose per i renziani non vanno bene nemmeno in Toscana, la culla del renzismo. Ricordiamo i numeri delle elezioni regionali del 2020. In Toscana, Italia viva ha preso il 4,48 per cento (e si presentava insieme a +Europa). A Firenze, la città di cui Renzi è stato sindaco, ha preso il 6,67 per cento. In pochi anni l’ex presidente del Consiglio ha insomma disperso un patrimonio politico, sociale, persino umano. Non si può dunque parlare di "start up" perché non sono outsider quelli che hanno fondato Italia viva; quella pallottola Renzi l’ha già sparata, adesso dovrà cercare di contenere i danni. La Leopolda anticipata dei primi di settembre potrebbe non bastare a recuperare antichi splendori. Il senatore fiorentino è riuscito a risultare indigesto anche ai suoi vecchi amici. Per questo la campagna elettorale sarà breve ma intensissima. Alla Formica.