Un Capo dello Stato donna: il manifesto di intellettuali e artiste, "E' giunto il tempo"

L'appello firmato, tra le altre, da Dacia Maraini e Fiorella Mannoia

Il Quirinale (Ansa)

Il Quirinale (Ansa)

Firenze, 3 gennaio 2021 - «È arrivato il tempo di eleggere una donna» al Quirinale: a rilanciare con forza il tema di una candidatura femminile per la successione a Sergio Mattarella è un appello firmato da intellettuali e artiste, da Dacia Maraini a Fiorella Mannoia, che invitano le forze politiche a uno «scatto», nella convinzione che non ci siano «ragioni accettabili per rimandare ancora questa scelta», facendo largo a una donna dopo dodici capi dello Stato uomini nella storia repubblicana.

Una spinta a infrangere il soffitto di cristallo che riaccende il dibattito, anche sui social, dopo le petizioni fioccate nelle scorse settimane e quel 'vedrei bene una donna al Collè pronunciato dal presidente dei Cinque Stelle Giuseppe Conte. «Ci sono in Italia donne che per titoli, meriti, esperienza ed equilibrio possono benissimo» salire al Quirinale, scrivono Dacia Maraini, Edith Bruck, Liliana Cavani, Michela Murgia, Luciana Littizzetto, Silvia Avallone, Melania Mazzucco, Lia Levi, Andrée Ruth Shammah, Mirella Serri, Stefania Auci, Sabina Guzzanti, Mariolina Coppola, Serena Dandini, Fiorella Mannoia.

«Si parla di democrazia dei generi ma da questo punto di vista l'Italia è una democrazia largamente incompiuta».

«Non è questa la sede - aggiungono le firmatarie dell'appello - per fare un elenco di nomi ma molte donne hanno ottenuto stima, fiducia, ammirazione in tanti incarichi pubblici ricevuti, e ci rifiutiamo di pensare che queste donne non abbiano il carisma, le competenze, le capacità e l'autorevolezza per esprimere la più alta forma di rappresentanza e di riconoscimento».

Un'occasione da non perdere, incalzano: «L'elezione di una donna alla presidenza della Repubblica sarà la nostra, e la vostra, forza».

Era il 1990 quando Nilde Iotti, che era stata la prima donna eletta alla presidenza della Camera, sottolineò che i tempi erano maturi per una presenza femminile al Colle. Da allora, però, nonostante gli appelli, le campagne, i comitati, le donne non sono mai entrate veramente in partita o ne sono uscite subito. Quest'anno il toto-nomi circola da settimane, da Marta Cartabia a Emma Bonino, da Maria Elisabetta Casellati a Anna Maria Tarantola, da Rosy Bindi a Fabiola Gianotti, da Letizia Moratti ad Anna Finocchiaro. È davvero la volta buona?