Pd, Letta chiude a Livorno. E Firenze resta senza il segretario

Definito il rush finale della campagna elettorale dem. Una tappa anche ad Arezzo o Siena. E tutti parlano già di congresso

Enrico Letta

Enrico Letta

Firenze, 15 settembre 2022 - Enrico Letta non chiuderà la campagna elettorale del Pd in Toscana a Firenze (in piazza Santissima Annunziata), ma a Livorno, giovedì  22 settembre. E poi nel suo rush finale saluterà gli elettori anche in un'altra tappa: a Siena o ad Arezzo (o in un luogo simbolo della provincia aretina). A Pisa c'è già stato (ha chiuso la festa dell'Unità toscana a Riglione dopo averla aperta a San Miniato), a Firenze il Pd sottolinea che il voto è blindato "meglio che vada in collegi dove l'esito è incerto".

Ma un po' di delusione c'è perché si pensava che Letta chiudesse la corsa delle Politiche nella piazza dell'Istituto degli Innocenti, laddove terminò la campagna elettorale anche Eugenio Giani nel settembre del 2020 per le Regionali (mentre il centrodestra con i big dei partiti lanciava l'ultimo assalto da piazza della Repubblica  a sostegno di Susanna Ceccardi). 

Niente Firenze, dunque. Gli avversari del Pd anche nel terzo polo sghignazzano. "Temeva il flop" dice qualche renziano col dente avvelenato. I collegi contendibili in Toscana sono diversi e "delicati". Se il centrosinistra democratico e progressista è forte a Firenze, nella Piana fiorentina (Scandicci, Campi, Sesto)  e a Livorno, il centrodestra ha nella Toscana del nord (Lucca e Versilia) il suo quartier generale.

Girano sondaggi nelle sedi dei partiti e in base a quelli riservati e dell'ultim'ora si fa riferimento per calibrare spostamenti e appuntamenti dei candidati e dei big dei partiti. Il Pd toscano nelle ultime ore ha vissuto fibrillazioni vere e proprie al suo interno per le 'uscite' di Ilaria Cucchi, candidata della coalizione per il collegio di Firenze al Senato, che hanno manifestato la piena contrarietà per lo sviluppo dello scalo aeroportuale di Firenze.

"Questo sono gli esiti dei paracadutati e anche di coalizioni che stanno insieme solo fino al 25 settembre" sottolinea un grande esperto dem della Toscana. In molti dentro il partito, non solo da questi ultimi giorni, ma da ferragosto almeno stanno pensando al dopo. Data per scontata la sconfitta, c'è alle porte il congresso e il dibattito per capire cosa vuol essere il Pd verso il futuro prossimo. "Letta lo sa che la sera del 25 settembre o al massimo 24 ore dopo tutti saranno a parlare della data del congresso? - si dice sul marciapiede davanti alla sede del Pd toscano a Firenze, nel quartiere di Novoli - del resto anche Enrico non è stato acclamato da un congresso....".  

"Non si molla di un millimetro, tutti si devono sentire coinvolti nella campagna elettorale": a Roma il messaggio che si sparge nei rivoli del popolo dei volontari dem è questo. Ci credono in pochi, tra questi proprio i giovani che hanno animato la campagna elettorale. Dal Nazareno spiegano che "le liste sono state un trauma necessario visto il taglio dei parlamentari, ma ora il peso delle correnti non c'è". Un segnale in questo senso sembra essere anche l'attivismo elettorale di Stefano Bonaccini, presidente dell'Emilia Romagna, indicato come uno dei possibili candidati alla segreteria del prossimo congresso.

E poi ci sono quegli esponenti provenienti da aree diverse, come il sindaco di FIrenze Dario Nardellaleader del fronte dei primi cittadini dem, Giuseppe Provenzano e Debora Serracchiani, Elly Schlein, che "stanno dando prova di essere un gruppo dirigente capace ormai di prescindere dalle correnti". Un finale di campagna elettorale "mirato" per andare a conquistare quei voti che mancano all'appello del Partito democratico e che consentirebbero di evitare che la destra si ritrovi con il 70% della rappresentanza parlamentare.

  Al Nazareno studiano la mappa con i collegi in bilico, determinati a non lasciare nulla al caso e consapevoli di dover far fronte a una legge elettorale spiccatamente maggioritaria. "Non è detta l'ultima parola, noi ci crediamo fino in fondo. Andiamo a conquistare gli indecisi non con il voto utile, ma con il voto consapevole" ha detto a Firenze Elly Schlein, candidata dem e vicepresidente dell'Emilia Romagna, terra che con la Toscana resta ancora fortino rosso, anche se un po' più sbiadito.