Pd toscano, zingarettiani all'attacco contro Bonafè e Lotti

"Vogliono solo il potere per controllare le liste delle prossime politiche". Bufera dopo un dibattito web dei 'Progressisti in cammino'

Vincenzo Ceccarelli

Vincenzo Ceccarelli

Firenze, 8 marzo 2021 - Macché identità da ritrovare e alleanze su cui confrontarsi. Solo potere. È  esclusivamente battaglia per contare di più. Lo dicono chiaro, chiaro gli zingarettiani toscani puntando il dito contro la maggioranza che guida il partito regionale quindi contro la segretaria Simona Bonafè, contro gli ex renziani e contro Base riformista che ha nei toscani Luca LottiAndrea Marcucci i suoi leader. 

Lo scenario dell'attacco è stato un dibattito organizzato on line dai "Progressisti in cammino" nel fine settimana scorso a cui hanno partecipato Vannino Chiti, ex parlamentare ed ex presidente della Toscana, Vincenzo Ceccarelli, capogruppo del Pd in consiglio regionale toscano e Valerio Fabiani, già vicesegretario dem toscano, riferimento degli zingarettiani. Se questo è l'inizio della settimana che porta all'assemblea del Nazareno c'è  da star freschi. Insomma unità dove sei? Rivalità e rivalse sono sempre all'ordine del giorno e la guerra di riposizionamento regala anche queste bordate.

Ceccarelli è andato giù duro nel dibattito on line scusandosi "per lo sfogo". "Se Zingaretti molla - ha detto - ci lascia in braghe di tela e sarebbe un contributo alla realizzazione del disegno  di Renzi cioè di disarticolare. Non vedono l'ora di riprendersi il controllo del partito". E ha continuato: "L'ho detto ad Oddati e a Zingaretti: voi avete preso a riferimento in Toscana Lotti, ma pensate che facendoli comandare in Toscana stavano zitti a Roma? Dalla Toscana partirà l'attacco a Zingaretti". E infine l'attacco più forte: "Non possono tollerare che le liste per le prossime Politiche le facciano Zingaretti e i suoi. I parlamentari diminuiscono del 25 %, stavolta  i conti non gli bastano nemmeno per ricandidare quelli che ci sono ora. Era palese che avrebbero fatto di tutto per riconquistare il controllo del partito". Zacchete. In un intervento precedente Vannino Chiti aveva fatto un'analisi approfondita del momento storico del Pd e aveva difeso a spada tratta Zingaretti. "Zingaretti ha detto che ci vuole  un congresso tematico e nel 2023 si fanno le primarie. L'attacco al segretario è stato innescato perché si vogliono le primarie prima, molto prima. Non si parla  di temi, si toglie Zingaretti e si controlla le liste per le Politiche, forse tra un anno. La Toscana non può essere il fortilizio contro la segreteria Zingaretti di chi vuol bombardare il gruppo dirigente". Rizzacchete.

Conclusioni affidate a Fabiani. che ha ricordato che "il Pd che è stato ereditato da Zingaretti e dagli zingarettiani aveva perso tutto, sconfitte che sapevano di perdita anche di un'anima". In riferimento alle ultime vicende ha così commentato il dibattito post dimissioni: "In Toscana ha fatto scalpore il silenzio della segreteria, ma leggendo i commenti sarebbero stati più decorosi i silenzi....". Ed era chiaro il riferimento alla segretaria dem toscana Bonafè. Fabiani ha sottolineato anche che il "confronto è tra chi vuole tornare indietro e chi vuole andare avanti. Che alternativa propone chi contesta? No ai 5 stelle, no a Leu ma guardare al governo Draghi che dia una prospettiva? Ma il Pd si merita di più, Zingaretti non è una scelta tattica, ma la strada per dare forza alla trasformazione del nostro partito".