Nuovo vertice, Pd toscano al bivio. Primarie e nomi a sorpresa, poi test elettorale

Il destino regionale legato a quello del Nazareno. Gli schieramenti in campo con prospettiva 2025

Simona Bonafè con Dario Nardella

Simona Bonafè con Dario Nardella

Firenze, 30 dicembre 2022 - Il destino del Pd toscano è legato a doppio filo alla scelta del nuvo segretario del Nazareno. E non solo perché le date (congresso più primarie) coincidono, ma perché le forze in Toscana ricalcano quelle nazionali, divise tra chi sta con Stefano Bonaccini e chi con Elly Schlein.

I due candidati hanno già messo radici nella regione con comitati di sostegno che coinvolgono base (circoli e associazioni) e vertici del partito più molti amministratori. Ieri Stefano Bonaccini, dopo il battesimo dell’accoppiata con il sindaco di Firenze Dario Nardella, è tornato in Toscana: tour tra Livorno, Carrara e la provincia di Lucca. Il presidente dell’Emilia Romagna gode dell’appoggio degli esponenti più in vista dei dem toscani, ma la battaglia con la sua vice in Toscana sarà incerta fino all’ultimo. Elly Schlein ha dimostrato, nella sua prima uscita toscana, di catalizzare l’attenzione della sinistra dem e di riattivare chi si era allontanato dal partito. Se Firenze è molto vicina a Bonaccini (con lui Giani, Nardella, Bonafè, Base riformista con Luca Lotti), a Prato ad esempio sta prendendo forza l’appoggio a Schlein (con lei anche le assessore regionali Monni e Nardini, i consiglieri Melio e Gazzetti). Insomma partita aperta. Anche se anche ieri Bonaccini ha rilanciato un partito che abbia come riferimento primario il lavoro strizzando l’occhio proprio alla sinistra del Pd più che al centro riformista. "E’ necessario costruire finalmente un partito laburista italiano che si occupi di lavoro, ma anche di impresa, che se fatta con etica crea appunto lavoro e ricchezza da redistribuire" ha detto. Lo incoraggia Valdo Spini che provò nel 1994 a creare la Federazione laburista: "Quella di Bonaccini - sottolinea Spini a Controradio - deve essere la prefazione ad un discorso da un lato programmatico, cioè come ricucire il frammentato mondo del lavoro e come dare la priorità all’occupazione in un contesto di sviluppo sostenibile, dall’altro non accettare più la fusione a freddo tra postcomunisti e postdemocristiani di sinistra ma recuperare pienamente anche la dimensione politica e programmatica dell’area socialista".

Il 19 febbraio primarie dem aperte. In Toscana doppio voto, quindi: Nazareno più segreteria regionale. Candidature entro il 27 gennaio, fino al 12 febbraio dibattito e voto degli iscritti e poi il gran finale. I nomi per la segreteria toscana circolano da tempo. Alcuni già bruciati, altri sotto coperta. L’individuazione del nuovo vertice dem toscano si inserisce in uno scenario complesso: dovrà fare i conti con la competizione elettorale amministrativa (Pisa, Siena e Massa soprattutto) del 2023 e l’appuntamento del 2024 per il nuovo sindaco di Firenze e di Prato, proiettandosi fino al 2025 quando ci sarà il nuovo appuntamento con il voto per le Regionali. E nel mezzo ci sono partite importanti in cui il Pd toscano è chiamato ad incidere come la realizzazione della Multiutility dei servizi pubblici e il piano dei rifiuti per non parlare del rilancio del Sistema sanitario regionale. Da settembre scorso il Pd toscano è in una lunga fase di transizione, ma sotto sotto il posizionamento inizia a farsi sentire. I nomi? La segretaria uscente Simona Bonafè, deputata Pd, non ha nascosto l’intenzione di ricandidarsi. Di fatto il partito nella roccaforte della Toscana centrale regge ancora anche se l’attacco del centrodestra è sempre più forte.

Ma da Livorno e Pisa, ma anche da Prato e Grosseto i vertici locali del partito avrebbero fatto sapere che non gradirebbero il bis. Destinatario del messaggio il governatore toscano Giani che sarà protagonista del congresso e delle primarie.

Fuori dalla partita sembra ormai la sindaca di Empoli Brenda Barnini, data in pole a lungo nel 2022. I rapporti con la Regione (Giani in testa) e con il vertice dem sono andati sfilacciandosi culminando con la retromarcia recente sull’impianto di rigenerazione dei rifiuti nell’area di Terrafino. Comparso anche il nome di Andrea Marcucci, ex capogruppo Pd al Senato, sconfitto alle ultime politiche: nome importante che potrebbe scendere in campo solo se rappresentasse chiara unitarietà. Tra le donne conquistano spazio Caterina Bini e Caterina Biti. In partita anche Monia Monni vicina alla vicepresidente emiliana Schlein. Matteo Biffoni, sindaco di Prato è una carta da giocare che potrebbe attrarre consensi trasversali con il sicuro appoggio del fronte dei sindaci. Poi c’è il nome che metterà sul tavolo il presidente Giani: un nome di fiducia per rafforzare l’asse col partito verso il 2025.