Il capogruppo del Pd in consiglio regionale toscano Vincenzo Ceccarelli

Il capogruppo del Pd in consiglio regionale toscano, Vincenzo Ceccarelli

Firenze, 22 ottobre 2022 - Rilanciare le primarie, ripartire dalla base e dai bravi amministratori. Dare forza alla candidatura di Nardella per il Nazareno e chiudere le polemiche per la giunta regionale visto che il rimpasto non ci sarà. Vincenzo Ceccarelli, capogruppo del Pd in consiglio regionale, delinea i rapporti tra Regione Toscana e territori, dopo la tumultuosa direzione del Pd toscano. Il documento approvato all’unanimità dalla direzione del Pd toscano parla di sanità, infrastrutture e rifiuti. Anche un anno fa il Pd ha acceso i riflettori su questi temi. Non è cambiato niente?  "La sanità toscana ha saputo rispondere bene alla pandemia. Certo non mancano criticità. Dopo il lavoro degli stati generali abbiamo dato indirizzi importanti ma ora dobbiamo fare i conti anche con l’abnorme aumento dei costi energetici. Anche per questo il Governo deve sostenere le Regioni e aumentare in modo congruo il fondo sanitario. Il piano rifiuti è in costruzione. Sulle infrastrutture abbiamo dinanzi a noi un programma ricchissimo di interventi. Alcuni devono essere attuati da soggetti nazionali, per altri abbiamo le risorse del Pnrr e quelle dei fondi europei ed è su quelli che occorre accelerare per garantirne l’attuazione nei tempi dati". Giunta regionale. Le sollecitazioni dal Pd arrivano. Giani non vuol sentir parlare di rimpasto. Secondo lei sarebbe necessaria modificare la squadra per dare rappresentanza adeguata a tutti i territori? "La Giunta regionale è scelta dal presidente, che ne risponde. Quando si sono fatte le candidature si sapeva quali erano gli eventuali squilibri da compensare e quelli che si potevano ulteriormente determinare. Mi sembra tardivo, oggi, dopo l’esito delle elezioni, pensare di riequilibrare attraverso la Giunta regionale. A meno che non sia il Presidente a deciderlo, ma mi pare che abbia già chiuso a questa ipotesi". È passato un mese dalla sconfitta elettorale. Ne avete preso coscienza anche in Toscana?  "E’ stata una sconfitta. Io credo che il percorso per elaborare il dato elettorale sia ormai stato compiuto da tutti. Dentro il Pd abbiamo grandi energie, migliaia di amministratori locali bravi ed efficienti, una base di consenso che non si fa travolgere dai populismi. Questa è la nostra forza in Toscana. Da qui dobbiamo ripartire". Prato senza candidati locali alle Politiche è una ferita aperta più delle altre? "Di territori che non hanno rappresentanza territoriale ce ne sono molti e sono tutti ferite aperte. Semmai dobbiamo chiederci si è fatto quanto era possibile per evitarlo e su questo rimane aperta la riflessione". Molti dem ripetono: “Dobbiamo tornare tra la gente”. Che vuol dire? Avete perso il legame con la base?  "Se dovessi farmi una analisi di coscienza personale, dovrei dire di no. Io credo che il partito debba riappropriarsi interamente del suo ruolo. Dobbiamo recuperare la capacità di attivare i nostri elettori, renderli partecipi delle scelte che si fanno, farli sentire parte di un progetto. In altre parole dobbiamo recuperare credibilità, facendo autocritica e ammettendo anche gli errori fatti in passato. Solo in questo modo l’opposizione in Parlamento sarà rigenerante". 2023, voto a Siena, Massa e Pisa. Tre città non in mano al Pd. La vostra opposizione sarà apprezzata o finirà come a Pistoia? "Io credo che in questi territori abbiamo fatto bene il nostro lavoro di opposizione. E’ proprio da qui che deve ripartire la nostra sfida. Se il Pd saprà rimanere compatto e saprà costruire alleanze larghe e forti abbiamo certamente le condizioni per riconquistare il consenso degli elettori, delusi dalle attuali amministrazioni di centro-destra. Mazzeo propone le primarie a Pisa. D’accordo?  "In generale direi che, dopo un utilizzo intensivo, negli ultimi tempi abbiamo sin troppo rinunciato a questo strumento di selezione della classe dirigente, ma non posso essere io a dire cosa devono fare a Pisa. Spetta al livello locale stabilire quali siano i percorsi per scegliere un candidato adeguato alla sfida che avrà di fronte". 2024. Firenze e Prato. Altre partite difficili. Il fortino reggerà?  "Ormai abbiamo imparato che lo scenario politico è in perenne trasformazione. E’ impossibile ora prevedere quale sarà quello del 2024. Io credo che a Firenze e Prato ci siano due amministrazioni che stanno lavorando bene, creando le premesse per affrontare con forza le prossime scadenze elettorali. Il Pd deve essere capace, non solo di difendere le posizioni, ma anche di riconquistare i territori persi". Nardella e la corsa al Nazareno. Ce la può fare?  "Dario ha qualità amministrative e politiche. C’è un percorso da fare bene, rimettendo al centro i valori fondanti di questo partito: il lavoro, la solidarietà, la giustizia sociale e le emergenze che vivono le fasce più deboli della popolazione. Se sapremo ritrovarci sui temi e rinnovarci nei metodi, sarebbe coerente immaginare che il rinnovamento riguardi anche la classe dirigente di questo partito; e le primarie per la scelta del segretario potranno rappresentare un ulteriore momento di crescita per il Pd. Soprattutto se ci saranno candidati nati fuori dai soliti asfissianti equilibri di corrente. Dario può essere uno di questi". Il congresso toscano va alle calende greche. Non sarebbe opportuno farlo prima possibile? "C’è prima un percorso da fare bene, a livello nazionale, in ogni territorio, a cominciare dalla Toscana, che è oggi centrale in questo percorso, per darci un progetto riconoscibile e condiviso con la gente. Dopo ci occuperemo di scegliere chi deve attuarlo".

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Firenze, 22 ottobre 2022 -&nbsp;Rilanciare le primarie, ripartire dalla base e dai bravi amministratori. Dare forza alla candidatura di Nardella per il Nazareno e chiudere le polemiche per la giunta regionale visto che il rimpasto non ci sarà. Vincenzo Ceccarelli, capogruppo del Pd in consiglio regionale, delinea i rapporti tra Regione Toscana e territori, dopo la tumultuosa direzione del Pd toscano. 
Il documento approvato all’unanimità dalla direzione del Pd toscano parla di sanità, infrastrutture e rifiuti. Anche un anno fa il Pd ha acceso i riflettori su questi temi. Non è cambiato niente? 
"La sanità toscana ha saputo rispondere bene alla pandemia. Certo non mancano criticità. Dopo il lavoro degli stati generali abbiamo dato indirizzi importanti ma ora dobbiamo fare i conti anche con l’abnorme aumento dei costi energetici. Anche per questo il Governo deve sostenere le Regioni e aumentare in modo congruo il fondo sanitario. Il piano rifiuti è in costruzione. Sulle infrastrutture abbiamo dinanzi a noi un programma ricchissimo di interventi. Alcuni devono essere attuati da soggetti nazionali, per altri abbiamo le risorse del Pnrr e quelle dei fondi europei ed è su quelli che occorre accelerare per garantirne l’attuazione nei tempi dati". 
Giunta regionale. Le sollecitazioni dal Pd arrivano. Giani non vuol sentir parlare di rimpasto. Secondo lei sarebbe necessaria modificare la squadra per dare rappresentanza adeguata a tutti i territori? 
"La Giunta regionale è scelta dal presidente, che ne risponde. Quando si sono fatte le candidature si sapeva quali erano gli eventuali squilibri da compensare e quelli che si potevano ulteriormente determinare. Mi sembra tardivo, oggi, dopo l’esito delle elezioni, pensare di riequilibrare attraverso la Giunta regionale. A meno che non sia il Presidente a deciderlo, ma mi pare che abbia già chiuso a questa ipotesi". 
È passato un mese dalla sconfitta elettorale. Ne avete preso coscienza anche in Toscana? 
"E’ stata una sconfitta. Io credo che il percorso per elaborare il dato elettorale sia ormai stato compiuto da tutti. Dentro il Pd abbiamo grandi energie, migliaia di amministratori locali bravi ed efficienti, una base di consenso che non si fa travolgere dai populismi. Questa è la nostra forza in Toscana. Da qui dobbiamo ripartire". 
Prato senza candidati locali alle Politiche è una ferita aperta più delle altre? 
"Di territori che non hanno rappresentanza territoriale ce ne sono molti e sono tutti ferite aperte. Semmai dobbiamo chiederci si è fatto quanto era possibile per evitarlo e su questo rimane aperta la riflessione". 
Molti dem ripetono: “Dobbiamo tornare tra la gente”. Che vuol dire? Avete perso il legame con la base? 
"Se dovessi farmi una analisi di coscienza personale, dovrei dire di no. Io credo che il partito debba riappropriarsi interamente del suo ruolo. Dobbiamo recuperare la capacità di attivare i nostri elettori, renderli partecipi delle scelte che si fanno, farli sentire parte di un progetto. In altre parole dobbiamo recuperare credibilità, facendo autocritica e ammettendo anche gli errori fatti in passato. Solo in questo modo l’opposizione in Parlamento sarà rigenerante". 
2023, voto a Siena, Massa e Pisa. Tre città non in mano al Pd. La vostra opposizione sarà apprezzata o finirà come a Pistoia? 
"Io credo che in questi territori abbiamo fatto bene il nostro lavoro di opposizione. E’ proprio da qui che deve ripartire la nostra sfida. Se il Pd saprà rimanere compatto e saprà costruire alleanze larghe e forti abbiamo certamente le condizioni per riconquistare il consenso degli elettori, delusi dalle attuali amministrazioni di centro-destra. 
Mazzeo propone le primarie a Pisa. D’accordo? 
"In generale direi che, dopo un utilizzo intensivo, negli ultimi tempi abbiamo sin troppo rinunciato a questo strumento di selezione della classe dirigente, ma non posso essere io a dire cosa devono fare a Pisa. Spetta al livello locale stabilire quali siano i percorsi per scegliere un candidato adeguato alla sfida che avrà di fronte". 
2024. Firenze e Prato. Altre partite difficili. Il fortino reggerà? 
"Ormai abbiamo imparato che lo scenario politico è in perenne trasformazione. E’ impossibile ora prevedere quale sarà quello del 2024. Io credo che a Firenze e Prato ci siano due amministrazioni che stanno lavorando bene, creando le premesse per affrontare con forza le prossime scadenze elettorali. Il Pd deve essere capace, non solo di difendere le posizioni, ma anche di riconquistare i territori persi". 
Nardella e la corsa al Nazareno. Ce la può fare? 
"Dario ha qualità amministrative e politiche. C’è un percorso da fare bene, rimettendo al centro i valori fondanti di questo partito: il lavoro, la solidarietà, la giustizia sociale e le emergenze che vivono le fasce più deboli della popolazione. Se sapremo ritrovarci sui temi e rinnovarci nei metodi, sarebbe coerente immaginare che il rinnovamento riguardi anche la classe dirigente di questo partito; e le primarie per la scelta del segretario potranno rappresentare un ulteriore momento di crescita per il Pd. Soprattutto se ci saranno candidati nati fuori dai soliti asfissianti equilibri di corrente. Dario può essere uno di questi". 
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"C’è prima un percorso da fare bene, a livello nazionale, in ogni territorio, a cominciare dalla Toscana, che è oggi centrale in questo percorso, per darci un progetto riconoscibile e condiviso con la gente. Dopo ci occuperemo di scegliere chi deve attuarlo".

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