Saccardi: "Caro Pd, io ci sono per il gioco di squadra"

Voto toscano, anche Stefania Saccardi in campo. "Ma no ai solisti, serve una soluzione unitaria"

Stefania Saccardi

Stefania Saccardi

Firenze, 21 settembre 2019 - Responsabilità e gioco di squadra. Per vincere prima di tutto le divisioni all’interno del Pd. Pregiudiziale per ritrovare l’unità di intenti e di percorso nel centrosinistra. Così da raggiungere l’obiettivo più alto: battere il centrodestra, mai come ora spauracchio per il fortino toscano nelle elezioni toscane 2020. Stefania Saccardi, esponente Pd di rilievo ed assessore regionale, ci crede e si mette a disposizione del suo partito. Insomma se i dem vogliono che scenda in campo lei c’è come capitano della squadra, ma anche per altri ruoli. «Se c’è bisogno di fare il mediano o l’ultimo assist mi va bene lo stesso» perché è il momento in cui «il senso di responsabilità e il bene della Toscana vengono prima di tutto e tutti» sottolinea non citando mai il nome di Eugenio Giani, già autoschierato. E raccomanda: non c’è tempo da perdere, «a dicembre bisogna aver deciso».

Mai come prima le elezioni regionali toscane sono incerte.

«Siamo in una realtà completamente diversa da cinque anni fa. Il Pd non è più autosufficiente, non c’è più una Lega ai minimi termini. Deve prevalere il senso di responsabilità: perciò io mi metto a disposizione in un percorso che il Pd sta iniziando a fare, strada che guardi a una soluzione unitaria per la candidatura a governatore nel 2020».

Quindi alza la mano e confida che il Pd individui in lei il candidato unitario così da evitare le primarie?

«Io credo di far parte di una squadra, il mio partito. Sono qui per dare una mano. Non sono così presuntuosa da dire che vado bene a tutti. Ho i titoli come tanti altri. E mi metto a disposizione con la mia passione, esperienza, competenza».

Il gioco di squadra vuol dire collettivo, dove tutti remano dalla stessa parte.

«Solisti e solitari non fanno parte di un buon gioco collettivo. Non è il tempo delle autocandidature, ma della condivisione di valori, di progetti e poi di nomi».

Il Pd non rischia di restare ostaggio delle correnti anche in Toscana?

«Sarebbe autolesionistico. Ripeto: tutti devono operare con senso di responsabilità nell’interesse collettivo e non personale. E bisogna dare tutti insieme una mano alla segretaria Simona Bonafè».

Sta finendo un’estate molto movimentata.

«Per me è stata tranquilla anche perché a differenza di altri riesco anche a riposarmi».

Renzi lo ha sentito?

«A parte le telefonate ‘particolari’ finite sui giornali ma fake news, posso dire che con Matteo ogni tanto ci siamo sentiti. Ma attenzione: continuare a dividersi tra ex renziani e zingarettiani è molto semplificativo, il mondo è molto più fluido».

Lei non ha avuto dubbi a restare tra i dem?

«Naturale restarci. Io sono stata tra i fondatori del Pd arrivando da altre esperienze rispetto alla maggioranza, quelle del cattolicesimo democratico».

Renzi ha fatto un altro colpo di scena con la scissione?

«Sono stata stupita solo dai tempi, non dalla scelta che non condivido. Da un po’ Matteo viveva con difficoltà parte del Pd, quella che ha brindato quando c’è stata la sconfitta al referendum».

Andrà alla Leopolda?

«Ci sono sempre andata. Se mantiene la sua caratteristica di luogo di libertà e dibattito ci vado».

E Rossi che ruolo potrà avere ora che è rientrato nel Pd?

«Un valore aggiunto».

Alleanza dem-grillini.

«Una scelta giusta nell’interesse del Paese, ma il M5Stelle non è alleato naturale del Pd. Noi dobbiamo guardare soprattutto alla nostra sinistra e al centro».

Dovete battere un centrodestra agguerrito in Toscana.

«Non è più il tempo del ‘si vince comunque’. Dobbiamo essere uniti e esaltare i valori autentici della Toscana: la solidarietà, il rispetto della legalità, l’inclusione, lo sviluppo verso il futuro, il dialogo».