Mondiali, scandalo Ue sul Qatar. Quelle frasi al miele sui diritti di Panzeri e Visentini

Così l'ex eurodeputato e il sindacalista elogiavano le riforme della monarchia

Vecchi amici Panzeri e il Qatar lo erano da tempo. Era il 16 aprile 2019 e il suo secondo mandato di europarlamentare era agli sgoccioli quando Pier Antonio Panzeri, all’epoca presidente del sottocomitato diritti umani del Parlamento Europeo, si espresse in termini assai chiari al termine della Conferenza per combattere l’impunità nella legge internazionale , ospitata a Doha. "Il Qatar – disse al Gulf Times – è sulla strada giusta per le riforme in diversi settori, il Paese può essere considerato un riferimento per i diritti umani e questa conferenza è la migliore indicazione che è sulla strada giusta. È un progetto guidato dal Qatar a livello internazionale, è molto importante e si tratta di sforzi encomiabili. Il Qatar ha avvato uno sviluppo positivo". Come no. Sarà per quanto visto alla Conferenza che Panzeri quel settembre, ormai ex eurodeputato, creò a Bruxelles un Ong e la chiamò proprio, curiosa assonanza, ‘Fight Impunity’. Anche dall’Ong di Panzeri, va da sé, vennero solo elogi al Qatar. E la procura di Bruxelles vuol capire se l’appoggio fu frutto di pura convinzione o di mazzette. Di certo l’appoggio ci fu.

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Pier Antonio Panzeri
Pier Antonio Panzeri

Il 10 febbraio 2022 Panzeri scriveva per Huffington Post un articolo nel quale affermava che "sul piano dei diritti umani e sociali in Qatar qualche passo in avanti è stato fatto, ad esempio riguardo il sistema semi-schiavistico della kafala – ora abolito in Qatar e invece solo mitigato in Arabia Saudita, Emirati, Kuwait e Oman – mentre nei paesi rivali si può semmai parlare di ‘human rights-washing’, di un abbellimento dell’immagine cui non fanno adeguatamente riscontro modifiche sostanziali. Anche la questione denunciata dal Guardian , riguardo il numero dei lavoratori morti durante la costruzione delle infrastrutture che ospiteranno i Mondiali va guardata in controluce e statisticamente relativizzata".

Con gli occhi di oggi, una affermazione pesante. "anche in Qatar – aggiungeva Panzeri – il processo di affermazione dei diritti è ancora in itinere e va seguito e rafforzato".

Non meno amico del Qatar sembrava esser stato Luca Visentini. Dopo una visita fatta subito dopo la sua elezione, il neosegretario generale della Confederazione europea dei sindacati – scriveva il 25 ottobre scorso l’Afp – "ha dichiarato che è necessario lavorare ancora sull’attuazione delle riforme, ma che il Qatar dovrebbe essere visto come una storia di successo. La Coppa del Mondo è stata un’opportunità per accelerare il cambiamento e queste riforme possono costituire un buon esempio da estendere ad altri Paesi che ospitano grandi eventi sportivi". Una linea molto filo Doha. Per la magistratura belga il sospetto, da provare, è che non sia stata fatta gratuitamente.