Bettini più Conte a Siena, no di Lotti. "Pd, stop alle alleanze da alchimia"

Il deputato toscano dem, leader di Base riformista , chiede un confronto approfondito sulla linea del partito

Il deputato del Pd Luca Lotti, leader di Base riformista

Il deputato del Pd Luca Lotti, leader di Base riformista

Firenze, 14 febbraio 2021 - E’ l’ora di un confronto approfondito sul futuro immediato del Pd. Al Nazareno come in Toscana. Per dire no alla linea Bettini e sottolineare che Conte ha "lavorato molto bene" ma l’ipotesi Siena "non esiste". E per dare forza ai programmi toscani più che alle alchimie da nuove alleanze: scende in campo Luca Lotti, deputato Pd, leader di Base riformista col ministro Lorenzo Guerini.

Lotti, al via il nuovo governo. Draghi santo subito?

"Dico ’Scherza con i fanti ma lascia stare i santi’. A parte le battute, ora servirà grande impegno da parte di tutti per aiutare Draghi per i prossimi due anni. Il neopresidente è riuscito a formare un governo con una larga maggioranza e ha un programma ambizioso. Ora il punto fondamentale è lavorare per il Paese".

Un governo con la Lega. Il male minore di fronte all’emergenza del Paese?

"Un governo per il bene degli italiani mi pare la cosa più importante. Lega, e anche M5S, negli ultimi tre anni hanno cambiato la loro posizione, ad esempio, su Europa e sui denari da spendere: mi pare un fatto politicamente positivo. Certo, fra noi rimangono alcune distanze che per quanto mi riguarda sono immutate".

E Conte? Il Pd sarà il suo navigator? Il posto nel collegio di Siena è ipotesi praticabile?

"Il Pd dovrà essere il partito responsabile che per anni ha lavorato in Parlamento, sia dall’opposizione che in maggioranza. Conte è stato presidente del Consiglio grazie a un’intuizione proprio del Pd nel 2019: ha il merito di aver aiutato il nostro Paese, in una fase complessa, a non perdere l’occasione di farsi valere in Europa. Detto ciò, il tema della sua candidatura a Siena mi pare non esista".

Alleanze anche in vista delle amministrative. La triplice Leu-Pd-M5S è già realtà?

"Sarei cauto su schemi già precostituiti. Le amministrative sono elezioni di carattere locale: le alleanze si fanno sui contenuti, non a tavolino".

Il Pd post crisi di governo? Malato o convalescente?

"Le donne e gli uomini del Pd hanno dimostrato di far parte di una comunità unita e responsabile che deve continuare a fare quello che ha sempre fatto: lavorare per un futuro migliore all’Italia e agli italiani".

Non sarebbe formalmente tempo di congresso ma è necessaria una profonda riflessione sulle strategie del Pd.

"La riflessione è giusta e attuale. Non parlo di strategie o di identità, così come non vorrei soffermarmi sulle alleanze: con il M5s sì o no, con Italia Viva sì o no. Anche perché in base alla legge elettorale che ci troveremo nel 2023 potranno variare schemi e assetti. Ciò premesso, non ci vedo nulla di male ad aprire una riflessione seria su come immaginiamo il Pd del futuro. Io, ad esempio, lo immagino ancora a forte vocazione maggioritaria con l’ambizione di superare di gran lunga sia il 18% del 2018 che il 20% di oggi (dopo aver subito due scissioni). Insomma prima di parlare di alchimie e alleanze vorrei tornare a riscoprire i valori di questa comunità".

Quindi leadership in discussione e stop asse Zingaretti-Bettini? Insomma il Pd può dare di più?

"Bettini ha espresso linee politiche che non condivido. Su questo il Pd spero possa avviare quella riflessione di cui abbiamo parlato".

In Toscana Pd forte ma alleato a Italia Viva in Regione. Come regge questa sinergia con l’input di dare forza alla coalizione con Leu e 5s?

"Lo ribadisco, le alleanze sui territori si fanno sui programmi. Chi lo ha sottoscritto lo deve rispettare e tutti devono procedere nella stessa direzione".

Segreteria toscana: Bonafè e vice Fabiani se le ‘dicono’ di santa ragione.

"Non ho compreso le uscite di Fabiani, soprattutto su aeroporto e liste del 2018: era necessario? Alleanza e strategia: in Toscana valgono cautela e riflessioni fatte per il Pd o nazionale".

Giani chiede il nono assessore e due sottosegretari. D'accordo o le priorità sono altre?

"Giani sa cosa chiedere alla coalizione e se fra le cose da fare occorre passare per un rafforzamento della squadra di governo non ci vedo niente di male. Magari ricordiamo che il numero degli assessori varia in base al numero dei cittadini residenti e che la Toscana all’epoca passò da 10 a 8 con un taglio subito per eccesso. Insomma non conta il numero degli assessori, contano i progetti e le idee per la Toscana del futuro".

Un’ultima domanda. Da ex ministro che impressione le fa un governo senza un Ministero dello Sport?

"È un peccato, perché lo sport merita attenzione. Motivo in più per lavorare ancora di più sulla cultura sportiva nel nostro Paese. Non mollerò questa battaglia e mi auguro comunque che ci sia almeno un Sottosegretario dedicato!".