Green pass obbligatorio: emendamenti ritirati, avanti senza porre la fiducia

La maggioranza ha ritirato tutti gli emendamenti. Salvini: "Diciamo no all'obbligo vaccinale. I tamponi devono essere gratuiti"

I sottosegretari Deborah Bergamini e Andrea Costa durante la discussione

I sottosegretari Deborah Bergamini e Andrea Costa durante la discussione

Roma, 7 settembre 2021 - I partiti della maggioranza, compresa la Lega, hanno ritirato gli emendamenti al dl green pass all'esame dell’aula della Camera. Lo si apprende da fonti parlamentari che spiegano che quindi il governo non porrà la questione di fiducia. Ci sarà un ordine del giorno sui tamponi gratuiti salivari. Il provvedimento scade il 21 settembre e dopo l'ok di Montecitorio deve passare all'esame del Senato. 

«Sono soddisfatto del passo in avanti: qualcuno voleva mettere la fiducia eliminando qualsiasi discussione in Parlamento e fortunatamente non è stato così. Noi abbiamo dimostrato buona volontà trasformando gli emendamenti in ordini del giorno. Ora è chiaro che se ci bocciano le proposte in aula voteremo di conseguenza», il commento che arriva dal leader della Lega, Matteo Salvini. Alcune delle proposte riguardano i “tamponi gratuiti” ad esempio per minori, disabile famiglie numerose.

«Ribadiamo il no a qualsiasi tipo di obbligo visto che gli italiani, in quaranta milioni, hanno già scelto liberamente. Noi stiamo lavorando per garantire salute, lavoro e libertà senza parlare di chiusure e lockdown come fa il ministro Speranza gettando tutti nello sconforto», aggiunge Salvini, che chiede poi che sia lo Stato a “farsi carico di eventuali risarcimenti per danni da vaccino”.

Interviene sulla questione anche Giorgia Meloni: "Il green pass è una misura non di buon senso. Perché nel resto d'Europa, a eccezione della Francia, non è utilizzato come in Italia? Perché sinistra e governo non rispondono a questa semplice domanda? Il governo non sta facendo assolutamente nulla per una riapertura in sicurezza, soprattutto su scuola e trasporti. Il green pass da solo non è una misura efficace per fermare il contagio".

Al di là della polemica politica, Draghi è comunque intenzionato ad “andare avanti”. Sì, dunque, all’estensione del Green pass sui luoghi di lavoro, a cominciare da chi lavora nello Stato, e, se le misure non dovessero bastare, anche all’obbligo di vaccinazione.

Una bacchettata alla politica sempre litigiosa arriva da Matteo Bassetti, direttore del reparto di Malattie infettive all'ospedale San Martino di Genova: "La contrapposizione in Italia tra chi è pro e chi contro i vaccini è paradigmatica di una immaturità, almeno scientifica, della nostra politica e un pericolo per i partiti stessi. Io credo che sia stato un errore far diventare i vaccini un argomento politico: è assurdo che oggi chi è a favore dei vaccini è di sinistra e chi è contro è di destra. Francamente questo mi pare assurdo, la scienza non ha colori politici. Gli atteggiamenti ondivaghi di certi politici, che sono contro l'obbligo ma a favore del Green pass, non esistono. Dispiace da medico e da ricercatore vedere una specie di lotta di classe sui vaccini".