Giani e il Pd, tregua dopo il grande freddo. Sul piano rifiuti non c’è pace con le imprese

Il presidente toscano: "I cittadini hanno apprezzato le mie decisioni". Confindustria Tn rilancia sui termovalorizzatori e chiede dialogo

Il problema delle discariche deve essere risolto col nuovo piano rifiuti

Il problema delle discariche deve essere risolto col nuovo piano rifiuti

Firenze, 30 aprile 2021 - Eugenio Giani e la sua giunta regionale si sono difesi e hanno contrattaccato nella seduta del consiglio toscano più infuocata della nuova legislatura, ma i nodi non sono risolti. Il fuoco è incrociato. C’è chi nel Pd "non è pienamente soddisfatto" della gestione dei lunghi giorni prima della riunione dell’assemblea toscana (da quando cioè è arrivata la notizia dell’inchiesta keu il 15 aprile). C’è l’opposizione di centrodestra e del Movimento 5 Stelle che non molla l’assalto. E poi c’è il fronte imprese, nella fattispecie Confindustria Toscana Nord (Prato, Pistoia Lucca) che anche ieri, con il massimo vertice, ha criticato nuovamente il piano rifiuti della Regione. Giani tira dritto: "I cittadini hanno capito che le scelte presentate mercoledì sono giuste. In tanti mi hanno detto di andare avanti così". I rapporti tra Pd e Giani Giani ha messo in campo una strategia che ha puntato a sollevare se stesso in primis da responsabilità con la revoca di Ledo Gori (capo di gabinetto) e a tutelare l’istituzione con la cancellazione dell’emendamento incriminato. Il problema è che quell’emendamento era stato proposto da quattro esponenti di punta del Pd (Andrea Pieroni, Antonio Mazzeo, Enrico Sostegni e Alessandra Nardini). La mossa di Giani li ha sconfessati? Mazzeo ora è presidente dell’assemblea toscana, Nardini è super assessora, Sostegni guida la commissione Sanità, Pieroni, indagato, è un lettiano della prima ora. Al di là delle parole del capogruppo regionale Vincenzo Ceccarelli ("Siamo compatti") le spaccature restano. Intanto la riforma per sottosegretari e nono assessore è congelata. La sferzata sui rifiuti Altro punto di frizione. La segretaria del Pd toscano, Simona Bonafè, alla Nazione aveva dato una sorta di ultimatum sui rifiuti. "La Regione deve presentare in tempi rapidi l’aggiornamento del nuovo piano dei rifiuti alle normative europee sull’economia circolare che puntano su riciclaggio e riduzione del conferimento in discarica, con impianti adeguati e moderni per la chiusura del ciclo in Toscana. Non abbiamo tempo da perdere". Il nuovo piano abbia in sé semplificazione e rigore per rivolgersi diversamente ai distretti, aveva detto. E Bonafè si aspettava un segnale preciso. Dall’assessora all’Ambiente Monia Monni non sono arrivate rassicurazioni in tal senso (piano rifiuti in 12 mesi, incertezza sulle scelte degli impianti da mettere in campo e chiusura sui termovalorizzatori). Giani ora vuol prendere in mano la questione: "Bisogna chiudere il ciclo. Sugli impianti dobbiamo fare una riflessione profonda perchè dobbiamo trovare una soluzione sia per gli scarti urbani che per gli speciali". Insomma c’è uno spiraglio anche per il possibile impiego di termovalorizzatori. Confindus tria Tn all’attacco "E’ stato annunciato l’avvio dei lavori per il nuovo piano rifiuti regionale, da chiudere in 12 mesi. Per i tempi aziendali è tanto tempo, ma se davvero fra un anno avessimo un piano rifiuti soddisfacente sarebbe ben speso - dice il presidente di Confindustria Toscana Nord Giulio Grossi dopo il botta e risposta tra associazione confindustriale e l’assessora Monni sulla Nazione - Il nostro auspicio è che il piano rifiuti sia il migliore e più efficace possibile e per parte nostra ribadisco quanto già assicurato dalla nostra delegata Fabia Romagnoli: crediamo nel dialogo con le istituzioni". E specifica sul nodo ’termo’: "Messaggi di chiusura totale verso la termovalorizzazione - presente nelle aree europee più attente all’ambiente e nelle regioni italiane più avanzate - prima ancora dell’avvio dei lavori per il piano rifiuti non sono un buon viatico per i tavoli che ci coinvolgono: le imprese chiamate a portare il loro contributo ne risultano spiazzate e scoraggiate. Tutti noi speriamo che in futuro esistano tecnologie che consentano di recuperare di più, di ridurre ulteriormente il volume dei rifiuti e di smaltirli con ancora maggiore efficienza di quanto non faccia la già virtuosa termovalorizzazione. Fino ad allora, però, le aziende tutti i giorni devono fare i conti con lo smaltimento dei propri rifiuti nelle condizioni date oggi".