"Più ristori alla Toscana del turismo"

"Recovery plan, occasione storica: porto avanti le richieste dei sindaci". Il piano di Deborah Bergamini, sottosegretario ai Rapporti con il Parlamento. Obiettivo: rilanciare la regione anche con il sostegno anche alle pmi

Deborah Bergamini

Deborah Bergamini

Firenze, 31 marzo 2021 - Versiliese, deputata, sottosegretario ai Rapporti con il Parlamento e responsabile nazionale Trasporti per Forza Italia. Deborah Bergamini porta la Toscana nelle stanze dei bottoni del governo. 

Sottosegretario, come vede la Toscana da Roma?  "In questo momento purtroppo per niente bene. Abbiamo sino a qui fallito il  piano vaccinale, privilegiando alcune categorie a discapito dei più fragili e  degli anziani. La percentuale degli ottantenni vaccinati è tra le peggiori in  Italia, e bene ha fatto il Presidente Draghi a richiamare le regioni non adempienti. Dal punto di vista economico e sociale, è ovvio che c’è molto  lavoro da fare. Nonostante la Toscana pre-covid, grazie all'operosità dei commercianti, degli artigiani e delle imprese, fosse una regione finanziariamente stabile, ora è in difficoltà come le altre. Nei giorni scorsi  ho avuto l'occasione di incontrare i sindaci dei capoluoghi toscani, che mi hanno fatto un quadro puntuale della situazione delle nostre città. Emerge con chiarezza l’urgenza di corroborare la macchina amministrativa, una task force che supporti i sindaci nella realizzazione dei programmi da inserire nel Recovery Plan e negli investimenti per turismo, infrastrutture e scuola.

Ha letto la proposta di Letta di unire i due scali aeroportuali di Firenze e Pisa con un metrotram. Che ne pensa?  "Credo che, dopo tanti anni di rimpalli, sia indifferibile lo sviluppo del sistema aeroportuale toscano, dotando Firenze di una nuova pista e ampliando l’infrastruttura di Pisa. In questo modo si realizzerebbe un sistema integrato per i due scali che già sono guidati da un'unica società. Se questo non dovesse verificarsi a beneficiare dei deficit toscani sarebbe  soltanto Bologna, e così si affosserebbe definitivamente il nostro sistema economico. E’ impensabile".

A proposito di infrastrutture c'è poca Toscana nel Recovery plan. È un'occasione da non perdere per la ripresa.  "Il sistema infrastrutturale toscano accusa dei gravi ritardi che penalizzano notevolmente tutto il tessuto produttivo e turistico della regione. Il numero di opere programmate e non realizzate aumenta sempre di più. Sarebbe opportuno, a mio parere, concentrarsi subito sul rafforzamento della rete esistente e in un secondo momento dedicarsi a nuovi progetti. E’ inaccettabile che, in una regione come la nostra, dove le città d’arte attraggono milioni di turisti e si trovano a pochi chilometri di distanza tra loro, si viaggi ancora sui treni come negli anni ‘50 e manchi il collegamento dell’Alta Velocità. Bisogna potenziare questi asset per dare un impulso decisivo, oltre che al sistema turistico, a quello congressuale. Il Recovery Plan è un grande piano su cui costruire l’Italia dei prossimi 30 anni e pertanto non possiamo e non dobbiamo fallire. Il governo Draghi ha preso in mano il dossier da poco tempo e sta lavorando incessantemente per presentare alla Commissione Europea progetti che prevedano, fra le altre cose, l’efficientamento della rete infrastrutturale per la mobilità sostenibile.  Mi auguro che nelle modifiche che verranno fatte possano essere inseriti altri piani per la Toscana. Già lo stesso Ministro Franceschini ha annunciato la possibilità di far rientrare lo stadio Franchi di Firenze tra le opere dei grandi attrattori culturali nel Pnrr".  

Lei che impegni può prendere per assicurare che i progetti toscani siano in prima fila?  "Io, come stabilito con i sindaci, mi farò portavoce di tutte le necessità che hanno esposto sia nel corso dell’incontro che nelle interlocuzioni personali. Farò transitare ai ministri competenti le questioni sollevate e metterò sotto i riflettori i problemi che quotidianamente vivono gli amministratori locali della nostra regione. Sto, infatti, lavorando ad una norma che consenta la distribuzione di quote più consistenti dei ristori alle regioni a più alta vocazione turistica che, più delle altre, hanno risentito delle perdite dovute alle chiusure e al calo del turismo internazionale. Un calo che si aggira intorno a 27 miliardi di mancati introiti a livello nazionale. La sinergia tra i territori e il governo dovrà essere il punto di forza di questo esecutivo ed io, nel mio ruolo di sottosegretario per i rapporti con il Parlamento, voglio stabilire questo collegamento diretto tra cittadini e governo".  

E quali sono le priorità infrastrutturali secondo lei?  "Abbiamo già detto della rete aeroportuale, ritengo che la realizzazione della nuova pista di Peretola e del master plan dell’aeroporto ‘Amerigo Vespucci’, che comprende un nuovo terminal, sia importante. Con il potenziamento di questa rete il volume dei passeggeri si moltiplicherebbe comportando così l’aumento dell’occupazione nei settori produttivi che gravitano intorno agli hub. Occorre, inoltre, come ho già accennato, investire nell’edilizia scolastica per adeguarla alle attuali esigenze di distanziamento e alle normative vigenti in materia antisismica. La Toscana gode di un gran numero di edifici che però non risultano a norma di legge. Alla stessa maniera sono prioritari gli investimenti nelle infrastrutture digitali non solo per la scuola, che in questo periodo di didattica a distanza ha evidenziato il digital divide tra le regioni, ma anche per le imprese e per tutto il tessuto produttivo toscano, che sono il fulcro attorno a cui ricostruire l’economia della regione. Questo è il momento di agire su due livelli, guardare alle contingenze ma volgere lo sguardo al futuro, e sarà possibile farlo soltanto tenendo insieme queste due direttrici, lavorando in maniera integrata. Oggi, più che mai, bisogna operare un cambio di passo rispetto ai metodi utilizzati finora".  

Le pmi, gli autonomi e le partite Iva sono in ginocchio. Quali sono i piani del governo per sostenere il tessuto produttivo italiano? "Le nostre piccole e medie imprese, i lavoratori autonomi, le partite Iva, così come i ristoratori, gli addetti del settore turistico, i tassisti o gli ambulanti sono stati, storicamente, il pilastro del sistema economico e sociale italiano. Nonostante siano i più esposti, non si sono mai persi d’animo e hanno utilizzato questi mesi di chiusura, addirittura investendo, per attrezzarsi ad operare in condizioni nuove e in sicurezza. Tutti vogliono ripartire e riaprire al più presto nel rispetto dei protocolli di sicurezza. Il governo lo sa e dovrà assicurare il massimo appoggio, con procedure snelle e di facile applicazione. Sono certa che a beneficiare di questa ritrovata efficienza saranno per prime le imprese toscane, che non desiderano sussidi a pioggia ma strumenti concreti per la ripresa".

Nel settembre scorso il centrodestra ha perso la possibilità concreta di vincere la Regione. Dopo sei mesi che riflessione fa?  "Il centrodestra è maggioranza nel Paese, guida saldamente 14 regioni italiane. Lo scorso anno non siamo riusciti a ribaltare i pronostici nella nostra regione. Eppure, resto convinta che un po' di amministrazione di centrodestra non farebbe che bene alla Toscana. Non solo perché l'alternanza democratica è il sale della buona amministrazione, ma perché abbiamo bisogno di andare maggiormente incontro alla libertà d’impresa, alla sburocratizzazione, alla possibilità di piena realizzazione delle ambizioni di ciascuno, nel rispetto di regole chiare e uguali per tutti. Questi sono elementi fondanti della cultura di centrodestra. Come Forza Italia, abbiamo il dovere di rafforzare la nostra presenza nella coalizione secondo i principi riformisti, popolari e garantisti che, in 27 anni di storia sotto la guida del Presidente Silvio Berlusconi, abbiamo sempre portato avanti con grande coerenza. In questi anni proporremo una visione diversa da quella della sinistra di cosa dovrebbe essere la Toscana. E se sapremo convincere i nostri concittadini, nel 2025 la nostra regione cambierà finalmente colore".