Elezioni, le liste del Pd. Nardella incide e vince. Bonafè limita le incursioni

Nencini, Lotti, Di Giorgi: addio al Parlamento. E si pensa già al congresso

Dario Nardella  (foto Giuseppe Cabras/New Press Photo)

Dario Nardella (foto Giuseppe Cabras/New Press Photo)

Firenze, 17 agosto 2022 - Fratelli coltelli. C’era una volta il Pd del rottamatore: Firenze capitale e i candidati renziani in campo con un red carpet steso lungo la direttrice verso Roma. Adesso si raccoglie niente di più del dovuto. E rizzati. Si torna a casa contenti se si sono limitati i ’danni’. "I tempi cambiano" dice un esperto dem toscano ancora sveglio dopo la mezzanotte del post Ferragosto di tensione "non potevamo aspettarci altro...".

Rancore, astio, risentimento, livore: sinonimi che dicono sempre la stessa cosa. Dentro il Pd se l’erano giurata e al momento giusto lo hanno dimostrato. Non c’è stato nulla da fare per Luca Lotti, deputato, leader di base Riformista, legatissimo al suo territorio (Empoli/Valdelsa/ Firenze) e al mondo dello sport anche locale (era stato ministro), nonostante l’appello di undici sindaci e di Lorenzo Guerini. Non c’è stato nulla da fare per Rosa Maria Di Giorgi, deputata fiorentina, membro della Commissione Cultura e della Commissione Infanzia, attenta alle esigenze del territorio. E così anche per Riccardo Nencini, senatore socialista, eletto nel 2018 nelle fila dem nel collegio aretino. Anche per lui non c’è spazio. Eppure Nencini si era battuto nella legislatura per la riforma Its, la mini riforma della scuola, la legge della tutela del mondo dello spettacolo. Si è dato da fare per fare da ponte per i progetti del Pnrr per la Toscana ed è stato ambasciatore a Roma per trovare le risorse per la trasformazione dello stadio Franchi di Firenze.

La segretaria del Pd toscano Simona Bonafè anche ieri è stata alle prese con le ultime trattative dopo una settimana in salita per amalgamare esigenze territoriali e necessità nazionali.

"Volevamo avere un candidato locale per collegio è così è stato" ha detto dopo l’ultima versione della lista dei candidati. Deve ancora chiudere la partita di Prato e poi qualche ora di vacanza prima di partire per la sua campagna elettorale (candidata al proporzionale della Camera) che è la campagna del Pd. Luca Lotti ha fatto la valigia ieri: "Stacco, devo distrami e riflettere". Alle 13 di domenica aveva capito che non c’era più partita. "Ha vinto il rancore e l’odio oltre che la vendetta" ha detto prima del pranzo di Ferragosto. Non ci voleva credere Lotti anche se aveva annusato la trappola tanto che sabato aveva scherzato con i suoi collaboratori dicendo "se Messi non è nella lista del Pallone d’oro, posso stare alla finestra io per quella del Pd". Poi l’ironia si è trasformata, ora dopo ora, in rabbia e indignazione. "Non ho un piano B, non ci ho mai pensato perché sono rimasto dentro il Pd dopo l’addio di Renzi, convintamente".

Esce vincente dalla trattativa Dario Nardella, leader del fronte dei sindaci dem. Ha portato a casa, in un collegio blindato, il posto per il suo Federico Gianassi. Benone anche per Emiliano Fossi, già sindaco di Campi Bisenzio. E ieri Nardella ha disegnato lo scenario politico: "Se ci schiacciamo troppo da un lato o dall’altro non vinciamo le elezioni, ma soprattutto non dimostriamo di essere all’altezza delle ragioni per cui il Pd è nato".

Sullo sfondo un pensiero al congresso che sarà dopo il voto. Nardella sarà protagonista, Bonaccini anche. C’è da scommetterci.

L.C.