Regionali Toscana, centrodestra in quarantena. "Basta rinvii sul candidato"

Fratelli d’Italia e Forza Italia: cresce l’irritazione verso il silenzio leghista "E il momento di rispettare i patti, sbagliati finora i tempi. E Giani ne gode"

La leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni e Giovanni Donzelli

La leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni e Giovanni Donzelli

Firenze, 1 marzo 2020 - "Centrodestra in quarantena", la battuta ai tempi del coronavirus circola anche tra gli alleati che devono ancora trovare l’"anti Giani" per la corsa a governatore della Toscana della prossima primavera. Mancano due mesi e mezzo alle elezioni e i rinvii si moltiplicano: da ottobre a fine novembre e poi il nulla. Voci e solo voci. Qualche nome, autocandidature, smentite e ritiri. Di ufficiale solo che la scelta spetta alla Lega. E se anche il centrosinistra reclama un avversario, vuol dire che il centrodestra sta sbagliando qualcosa. "Spero che arrivi anche il candidato del centrodestra il prima possibile, ne va della qualità della campagna elettorale e della democrazia in Toscana, e avere un interlocutore con cui confrontarsi" aiuta anche a sviluppare "la qualità della nostra proposta", ha detto Valerio Fabiani, membro della segreteria Pd della Toscana, l’altro giorno alla presentazione a Firenze del libro "E se cadesse la Toscana?" di Lorenzo Salusest, Andrea Pannocchia e Niccolò Macallè.

I più arrabbiati sono gli esponentui di Fratelli d’Italia. Giovanni Donzelli, braccio destro di Giorgia Meloni, responsabile nazionale organizzazione di FdI, deputato ed ex consigliere regionale, guida la ’rivolta’: "Siamo fermi" con la scelta del candidato "perché la Toscana rischia di essere l’effetto collaterale della guerra su Puglia e Campania. Credo sia arrivato il momento di rispettare i patti fatti nella coalizione e tirare fuori il nome, ha detto Donzelli. "Non credo sia tardi, ma credo che si siano sbagliati i tempi".

"Abbiamo sbagliato – prosegue – a dare la certezza che entro novembre si offriva il candidato presidente: non solo ha creato un’aspettativa a cui non abbiamo saputo rispondere, ma ha costretto il centrosinistra a unirsi, organizzarsi e trovare un candidato. Abbiamo offerto un vantaggio a un Giani che però vedo più affaticato di quanto pensassi". E nelle prossime ore proprio Fratelli d’Italia, sentito crescere il malumore dalla sua base che scalpita per attivarsi nella campagna elettorale, potrebbe riunire la dirigenza toscana.

Movimentato lo scenario anche dentro Forza Italia. Il senatore Massimo Mallegni è sceso in campo autocandidandosi, con lui comitati nati ad hoc per sostenerlo; il vertice toscano del partito aspetta un segnale. Il coordinatore toscano Stefano Mugnai, vicecapogruppo alla Camera, allarga le braccia: "La pazienza è agli sgoccioli".

Anche Daniele Belotti, coordinatore leghista in Toscana, ha difficoltà a tenere a freno la base e gli esponenti del Carroccio: "Decidono i tre leader" (Salvini, Meloni e Berlusconi). Il risiko nazionale dei candidati governatori regionali non è completo, ma anche febbraio è finito e Giani macina chilometri (oggi inaugura il primo comitato nella Piana fiorentina). Rieccheggia la parola "desistenza". Ma gli uomini vicino a Matteo Salvini non la vogliono sentir dire. © RIPRODUZIONE RISERVATA