Crisi di governo: Renzi sta coperto e guarda al Pd. "Lì dentro qualcosa si muove"

Apprezzamento per la presa di posizione di Marcucci: "Stiamo con Conte, ma non a tutti i costi". Domani al Quirinale Italia viva non farà il nome dell’avvocato del popolo. "La partita è lunga"

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"Le parole di Marcucci (Andrea, ndr) hanno un significato enorme. Il Pd si sta muovendo, lì dentro maturano cose…". Il leader di Italia viva, Matteo Renzi, ha un sobbalzo quando legge sulle agenzie le riflessioni del capogruppo dem al Senato. Infatti, Marcucci, poco prima, dice: "Non c’è un Conte a tutti i costi…". Poi mette le mani avanti e precisa che "il mio giudizio su Conte è positivo". Ma aggiunge: "Credo che ci debba essere un confronto ampio, senza veti verso alcuno".

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A quel punto Renzi – che tiene i contatti con gli ex renziani di Base Riformista, dove molti restano suoi amici (tiepidi), con i franceschiniani di Area dem, dove di amici ne ha sempre avuti pochi (infatti sono freddi), con i Giovani turchi e persino con esponenti del Nazareno – pensa che l’ora di stappare lo champagne si fa più vicina. "Non solo noi, ma anche il Pd non farà, al Colle, solo il nome di Conte", assicurano i renziani. Traduzione: il premier dimissionario è già bello fritto.

Ora, vero è che, dicono dentro Base riformista, "Marcucci agisce da sé e parla per sé". O che al Nazareno vale l’adagio "Renzi ha due capogruppo al Senato: uno è Faraone (di Iv, ndr), l’altro è Marcucci…". Ma l’ex rottamatore è sicuro: "Nel Pd si sta muovendo qualcosa", ripete, mentre prepara la riunione dei gruppi che si doveva fare ieri, ma che invece si terrà oggi. Riunione in cui si dovrà decidere l’atteggiamento da tenere quando, giovedì, la delegazione di Iv (i due capogruppo, Faraone e Boschi, Renzi e Rosato) saliranno al Colle.

In un partito ‘leninista’, l’ultimo rimasto in Italia, come Iv, conta solo l’opinione del Capo, ma il partito dei ‘trattativisti’ è stato mandato in avanscoperta. "Al presidente non faremo nomi", dice l’ex sottosegretario Ivan Scalfarotto. Non c’è "nessuno veto sul Conte ter" annuncia Ettore Rosato. "Nessun veto, ma non subiamo veti" puntualizza l’ex ministra Teresa Bellanova, e poi: "Nomi? C’è Conte, ma non solo Conte". E lui, Renzi?

Dopo aver causato le dimissioni del premier, ritirando la delegazione di Iv dal governo, dopo aver tenuto "come una falange macedone" i suoi parlamentari (si registrano due defezioni solo alla Camera, zero al Senato: persino Nencini intende stare ancora nel gruppo di Iv), dopo aver costretto Conte alle dimissioni con il no duro, secco, e irremovibile, rispetto alla relazione di Bonafede sulla Giustizia, Renzi è rientrato precipitosamente da Riad. Era lì per una conferenza e non si era aspettato il precipitare della crisi. Come sia sia, Renzi sta per gridare, come a tennis, il suo game, set, point, match, ma, dice ai suoi, "il momento è delicato e la sfida sarà lunga, quindi meglio aspettare, wait and see".

Un’altra giornata di silenzio stampa, dunque, per Renzi fino a sera, quando in una Enews dirada la cortina fumogena, disegnando un "programma di governo" fatto di nuovo piano vaccini, nuovo Recovery Plan e garantismo che fa a pugni con le idee di Conte e la sua attuale maggioranza. "I Responsabili? Veline. Conte non ha i numeri", assicura.

Ettore Maria Colombo