Case popolari, stop vincolo di 5 anni. Lega attacca: "Una bomba sociale"

L’europarlamentare Ceccardi attacca il Pd. Ma il dem Ceccarelli: "Senza la nuova normativa bandi bloccati"

Susanna Ceccardi

Susanna Ceccardi

Firenze, 31 luglio 2021 - "Serve grande onestà intellettuale quando si parla di questioni che stanno a cuore a tanti cittadini. I Comuni non potranno fare i bandi, perché sono tutti a rischio di impugnativa e per questo motivo l’Anci ci aveva chiesto di adeguare la legge alle sentenze della Corte" spiega il capogruppo Pd in Consiglio regionale Vincenzo Ceccarelli a proposito dei bandi Erp. "Per quanto riguarda gli emendamenti presentati sono stati tutti analizzati tecnicamente e risultano o illegittimi, in quanto contrastanti con i principi affermati dalla Consulta nelle sue sentenze, o palesemente discriminatori. Ricordo che il principio riaffermato dalla Corte è quello secondo cui le case popolari si danno a chi ha più bisogno, senza distinzione di nazionalità, di colore della pelle, di religione e così via. Non lo dice il Pd bensì la suprema Corte interpretando la Costituzione".

Susanna Ceccardi, la Toscana cancella il requisito dei cinque anni di residenza per partecipare ai bandi delle case popolari. Tutto nasce dalle decisioni della Corte costituzionale. E’ così? "La pronuncia della Corte costituzionale si riferisce solo alla legge lombarda che aveva come prerequisito di accesso ai bandi l’anzianità di residenza di oltre 5 anni: è bene specificare che non si riferisce ad altre leggi regionali, quindi la fretta del Pd è solo di natura politica, non giuridica - va così all’attacco l’eurodeputata leghista - Tra l’altro vi sono state altre pronunce precedenti a quella riguardante la legge lombarda che invece dichiaravano costituzionale quel principio. Per mettere mano alla legge regionale bisogna farlo con calma e dando garanzie a tutti gli italiani". E’ una questione "prima gli italiani"? "Non si tratta di una questione legata alla cittadinanza ma alla residenza ed è una questione anche di allarme sociale. Se il Pd eliminasse dall’oggi al domani il requisito dei cinque anni chiunque arrivasse nella nostra Regione potrebbe accedere ai bandi. Non solo verrebbero discriminati tantissimi italiani ma anche gli stessi immigrati residenti da più tempo. Bisogna tenere conto anche della media dei figli per nucleo familiare: questo pesa enormemente sul punteggio finale. Gli immigrati hanno famiglie più numerose e quindi il venir meno del requisito di anzianità di residenza rischia di essere una mannaia per i toscani. Il requisito dei cinque anni è anche a tutela di chi, per un periodo ragionevole, ha contribuito, attraverso il pagamento delle tasse alla costruzione degli alloggi. E si dà spazio ai furbetti". Come? "Se non viene più chiesta la residenza di 5 anni, un richiedente può trasferire fittiziamente la propria residenza dall’oggi al domani solo per fare richiesta per la casa popolare". Il Pd dice che anche sindaci del centrodestra sono in difficoltà se si blocca il via libera ai bandi. E’ vero? "I bandi non sono bloccati, ad oggi la legge vigente è la numero 2 del 2019 che prevede il prerequisito di accesso a 5 anni. Che i bandi siano bloccati è una bugia del Pd. Invito i sindaci ad andare avanti con i bandi e le graduatorie proprio adesso, finché sono ancora in vigore le clausole di salvaguardia per gli italiani e per chi è più da tempo residente. Gli amministratori devono avere coraggio. Io quel coraggio l’ho avuto quando ho fatto il sindaco, ribaltando le graduatorie e aiutando i nostri concittadini ad avere una casa popolare. E Nardella, ricordo, fino a qualche anno fa chiedeva che la legge toscana fosse modificata alzando a 10 anni il prerequisito di residenza. Ora cosa dice?". Lei parla di rischio di rioni ghetto. Perché? "Il disagio abitativo in Toscana è fortissimo; il grande problema è che non ci sono sufficienti alloggi, solo il 3% degli aventi diritto accedono concretamente ad un alloggio. Se la Regione volesse fare una cosa veramente equa e per tutti dovrebbe investire di più sulla costruzione di nuovi alloggi residenziali pubblici. Solo così si potrebbero dare risposte a tutti, invece no: eliminano i requisiti per l’accesso che favoriscono gli italiani e riempiranno tutte le nostre città di immigrati. Pensiamo alle grandi città che hanno migliaia di alloggi popolari, la nuova legge concentrerà masse di immigrati nei centri urbani, già provati da immigrazione, criminalità e degrado. Questa proposta è una bomba sociale".