Ma ora i Cinque Stelle che se ne fanno di Grillo?

Ogni tanto Beppe Grillo torna e ci spiega come va il mondo: ora se l’è presa con le restrizioni anti-Covid del governo, poi ha indicato la Cina come modello

Pecore elettriche

Pecore elettriche

Firenze, 9 gennaio 2022 - Ogni tanto Beppe Grillo torna e ci spiega come va il mondo, tra passi indietro e di lato, di sotto e di sopra, sul Sacro Blog. Venerdì se l’è presa con le restrizioni anti-Covid del governo italiano. "Essere soggetti a controlli del governo centrale, e ancor più a trattamenti sanitari obbligatori, evoca immagini orwelliane che pesano molto psicologicamente", ha scritto l’ex comico: "Viceversa, lasciare decidere alle organizzazioni e/o alle comunità quali misure adottare appare nel pieno spirito di un ordinamento liberale e democratico. Senza contare che la quasi totalità di queste organizzazioni e comunità finirebbe probabilmente per adottare misure ben più restrittive di quelle che potrebbero essere ragionevolmente adottate da un governo centrale".

Beppe Grillo
Beppe Grillo

Al che ha dunque proposto la Cina come modello da seguire, non esattamente la patria dell’ordinamento liberale, come testimonia fra le altre cose la persecuzione degli Uiguri (Amnesty stima che dal 2017 un milione o più uomini e donne siano stati detenuti dal governo cinese nella regione autonoma dello Xinjiang).

Ma che cosa fa la Cina per fronteggiare l’emergenza sanitaria? Segue la strategia "zero-Covid", con l’imposizione di severi lockdown in città molto popolose dopo aver riscontrato un numero ristretto di casi positivi. Xi’an, città da 13 milioni di abitanti, è in lockdown da due settimane. A Yuzhou, che ha 1,2 milioni di abitanti, è stato imposto un severissimo lockdown, mentre Zhengzhou, è sottoposta a un lockdown più leggero. E via così. Grillo insomma sta proponendo di mettere di nuovo tutto il Paese in lockdown, come ai bei tempi di Beppe Conte, quando si cantava dai balconi e si diceva che andrà tutto bene. Le cadenzate e ormai prevedibili sortite di Grillo, alla vigilia di decisioni politiche fondamentali, sono diventate un problema anche per i Cinque stelle, che da mesi ambiscono ad avere un ruolo di rispettabilità sociale e istituzionale, dopo la gara di rutti che ci hanno riservato per dieci anni.

Restiamo sempre liberi di non credere alle conversioni di Luigi Di Maio, che la sera chiedeva l’impeachment di Sergio Mattarella e la mattina diceva che era un presidente stellare, un punto di riferimento. Purtuttavia, i Cinque stelle ci tengono a spacciarci per vera la loro maturità politica. Proviamo dunque a seguirli nel loro ragionamento: ma allora che se ne fanno di Grillo? Evidentemente, non se ne possono liberare, perché l’ex comico ha ancora grande presa sull’elettorato grillino (quello superstite, quantomeno) e forse, chissà, anche su qualche parlamentare.

Il prossimo 24 gennaio il Parlamento in seduta congiunta si riunirà per eleggere il presidente della Repubblica e Grillo potrebbe approfittarne per dare un forte indirizzo politico alla sua vecchia creatura. C’è da augurarsi che anche in questo caso non proponga la Cina come modello. Tanti cari Uiguri.

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