Toscana, 21 novembre 2013 - I POPOLI DELLA LIBERTÀ, nel consiglio regionale della Toscana, ora sono due. Uno con dieci consiglieri di provata fede berlusconiana (e con il nuovo capogruppo, il lucchese Giovanni Santini), che presto aggiungeranno alla sigla Pdl l’itinerario politico: verso Forza Italia. L’altro con quattro consiglieri, compreso il capogruppo storico, Alberto Magnolfi, alfaniani che lo dichiarano nel simbolo: Pdl-Ncd (Nuovo centro destra).

Domanda: non era meglio evitare disguidi e sbandierare subito le nuove denominazioni, mandando in archivio l’ormai disfatto Pdl? Risposta ufficiosa ma aderente alla realtà: dividere un gruppo, nel solenne e un po’ angusto Palazzo Panciatichi, è impresa difficile. Anche per ragioni di spazio: le stanze sono poche e piccole. Poi c’è la questione del personale: quanti collaboratori «a noi» e quanti «a loro»? Insomma, abbandonare la sigla d’origine sarebbe stato come uscire di casa dopo la separazione. Chi resta cambia la serratura. Così, invece, non se ne va nessuno e si apre un percorso lungo anche per il «gruppetto» (Magnolfi, Andrea Agresti, Roberto Benedetti, Marco Taradash) meno numeroso. Che però non è il solo a volersi ispirare ad Alfano. L’hanno infatti battuto sul tempo (di 24 ore ...) i fuorusciti dalla Lega (Antonio Gambetta Vianna e Gian Luca Lazzeri) che avevano già scelto di chiamarsi «Più Toscana» e che ora si sono aggiunti le tre letterine: Ncd.

«Ma perché gli ‘Ncd’ non si mettono insieme, con Gambetta Vianna giustamente capogruppo, visto che è stato il primo ad adottare la sigla alfaniana?», chiede, insinuante, Stefania Fuscagni, portavoce dell’opposizione? Replica al veleno di Magnolfi: «La Fuscagni è portavoce dell’opposizione o della confusione?». Lasciando capire che potrebbe «disconoscerle» la veste di rappresentante.

E L’IPOTESI di formare un gruppone più numeroso di Pdl-Forza Italia, mettendo insieme i 4 del PdlNcd, Più Toscana Ncd, Fratelli d’Italia e Udc, capace anche di consolidare con i numeri la vicepresidenza dell’assemblea per Roberto Benedetti? Congelata. Probabilmente per la solita questione: stanze e personale. In consiglio regionale funziona così: più gruppi ci sono, maggiori diritti hanno.

Nel 2010, dopo le elezioni, le «formazioni» erano sette. Oggi, dopo l’ultima scissione, sono diventate dieci. I Fratelli d’Italia sono stati i primi a lasciare il Pdl. Il Centro Democratico è stato fondato da chi è uscito dall’Idv. La Federazione della Sinistra ha perso un «pezzo»: Mauro Romanelli (Sel) approdato nel gruppo misto con Pieraldo Ciucchi (Psi) e Gabriele Chiurli (ex Lega).

Il gruppo più «granitico»? Il Pd: 24 consiglieri aveva e 24 ne conserva. Magari un po’ frastagliati negli orientamenti (renziani, cuperliani, agnostici ...) e bellicosi nei toni: è di due giorni fa la minaccia di Nicola Danti (seguace di Matteo) al governatore Rossi: «Dovrà fare le primarie per restare al suo posto, nella prossima legislatura». E lui, di rimando: «Bene, ditemi solo quando si comincia a far campagna».

 

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