ArchivePnrr, a rischio i fondi. Ricorsi e impennata dei costi. Alta velocità, lavori fermi

Pnrr, a rischio i fondi. Ricorsi e impennata dei costi. Alta velocità, lavori fermi

Dal collegamento veloce Napoli-Bari a quelli tra Salerno e Reggio e tra Battipaglia-Rontagnano. Non si riesce a realizzare le grandi opere finanziate: ma se non si spendono i soldi europei si perde tutto

Roma, 3 dicembre 2022 - Avrebbero dovuto essere il fiore all’occhiello del Pnrr. I progetti che almeno sulla carta, avrebbero dovuto procedere senza intoppi. E, soprattutto, "ad alta velocità", non altro perché prevedevano proprio il potenziamento della rete dove sfrecciano i treni a oltre 300 chilometri all’ora. Invece anche questo capitolo del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, oltre 200 miliardi di euro da sprendere irrevocabilmente entro il 2026, rischia di arenarsi nelle secche della burocrazia e delle aule dei tribunali amministrativi. La vicenda più emblematica è quella dell’alta velocità fra Napoli e Bari. Ma anche sull’estensione della rete fra Salerno e Reggio Calabria si sono già accumulati ritardi nella pubblicazione dei bandi. Il risultato è che se dovessero rallentare i progetti sulla rete ferroviaria, ci sarebbe un effetto sull’intero piano. I conti sono presto fatti. È vero , infatti, che sono partiti i lavori per la costruzione sulla Palermo-Catania. Ma per il resto, la situazione è ancora incerta. Gli interventi ferroviari, infatti, rappresentano l’89% della Missione 3 (Infrastrutture per una mobilità sostenibile), e ammontano complessivamente a 36,6 miliardi di euro da spendere entro il 2026, tutti nelle mani di Rete Ferroviaria Italiana.

Le risorse del Pnrr
Le risorse del Pnrr

Una vera e propria corsa ad ostacoli, come è successo a Bari, dove era previsto il raddoppio della linea con il trasferimento di dieci chilometri di binari dalla costa verso l’interno. Tutto bene se non fosse che la zona scelta è sottoposta al vincolo paesaggistico. La Regione aveva dato il suo via libera, ma il Tar ha accolto il ricorso presentato da alcune associazioni ambientaliste. Il motivo: non erano state spiegate le ragioni per cui non c’erano alternative al nuovo tracciato. La magistratura farà il suo corso. Ma ora c’è il rischio concreto di non rispettare la tabella di marcia e perdere circa 200 milioni del Pnrr (sui 406 milioni complessivi del progetto). Eppure si tratta di un progetto che è stata autorizzato oltre dieci anni fa.

Se i Tribunali cominciano a bloccare anche interventi che almeno formalmente hanno tutte le carte in regola, si rischia davvero grosso per gli altri che sono ancora nella fase della progettazione e devono percorrere tutti gli step fino ad arrivare alla conclusione dei cantieri. Anche la tratta fra Bari e Pescara è stata fermata per i veti degli ambientalisti e dei politici. Questa volta a causa di nidi di fratino che rendono impossibili, sempre secondo i verdi, il proseguimento dei lavori. Ma anche l’avvio del collegamento ad Alta velocità tra Salerno e Reggio Calabria va avanti a rilento. Il bando per il primo tratto Battipaglia-Romagnano, avrebbe già dovuto essere pubblicato, ma se ne sono perse le tracce. Stesso discorso per i piani di fattibilità tecnico-economici per le altre tratte. Anche in questo caso, è un progetto che attinge massicciamente dai fondi del Pnrr e che ha un valore complessivo di oltre 30 miliardi.

Proprio per fare fronte al rischio-ritardi il governo si appresta ad aprire una trattativa con l’Ue per rivedere i tempi di realizzazione degli interventi, rimodulando la spesa e i programmi che si sono arenati. "Ribadisco l’importanza di accelerare l’attuazione del Pnrr pur in presenza di ostacoli quali il rialzo dei prezzi dei materiali con le sue inevitabili conseguenze sui costi finali delle opere pubbliche", insiste il ministro dell’economia Giancarlo Giorgetti. "Proprio per far fronte a questo – ha puntualizzato -, il disegno di legge di bilancio reca specifici fondi per un importo di circa 12 miliardi nel periodo 2023-2027. Centreremo gli obiettivi di fine anno".