"Il mio sogno? Portare Martini alle Olimpiadi"

L’allenatore Agostino Sanacore (Club Scherma Agliana): "E’ il giovane più completo che abbiamo e il nostro asso nella manica"

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È l’uomo giusto per chi ama gli si parli chiaro. Il maestro Agostino Sanacore da Pisa, origini sarde, allievo alla scuola di Di Ciolo (della serie, basta il nome), è un grande della disciplina sportiva: nato il 27 febbraio del ’69, sposato con Sabina, un figlio 21enne di nome Francesco Maria, risiede a San Giuliano Terme, ma fa la spola tra il suo "buen retiro" e Agliana, ove è il guru del Club Scherma e del suo talento più brillante, Tommaso "Riga" Martini. Talento in cui si rivede, se non altro per l’altezza, su cui anch’egli sa scherzare. "Non siamo alti, no: ma attenzione, nel fioretto ci si può giocare contro tutti anche con qualche centimetro in meno".

Trascorsi importanti, con titoli tricolori under 18 e 20, un decimo posto ai Mondiali under 20, un settimo nella Coppa del Mondo under 20, smise presto i panni di schermidore ("Problemi con i commissari tecnici") per indossare quelli di allenatore. "Per tradurre, tipo tennis, da atleta ero nella top 50 mondiale".Tra le sue esperienze, quelle pistoiesi alla "Chiti", ove ha curato i giovani Lorenzo Francella e Matilde Biagiotti e i fratelli Lombardi, e poi al Club Scherma Agliana. L’obiettivo è lampante: glielo si legge negli occhi: portare Martini alle Olimpiadi, meglio se a "Parigi 2024". "Guardi, tutto sta a puntare decisi sui giovani: agli Europei under 20 2019, Martini ha conquistato l’argento a squadre, soccombendo in finale 45-44 contro la fortissima Russia. Gli azzurrini hanno perso di una sola stoccata, tra l’altro con legittimi rimpianti visto che alcune decisioni dei giudici non sono state particolarmente felici. Ecco, sa quale squadra ha portato la Russia a ‘Tokyo 2020’? L’under 20, quella formazione lì. Dovrebbe far capire qualcosa…". Chiaro? Di più: trasparente. Così come quando descrive Martini.

"È il giovane più completo che abbiamo e non lo dico perché sono di parte. È in costante crescita, ha un’eccellente mano e una testa, se possibile, migliore. Vive in un contesto familiare buonissimo. Fa parte del Gruppo Sportivo dei Carabinieri. Le premesse ci sono tutte. Certo, so dove vuole arrivare: è la domanda che si fanno tutti: ma l’altezza? Perché Tommaso, classe 2002, 170 centimetri, non è alto. Ripeto: nel fioretto non è un handicap". Intanto, da buon pisano, gli sta trasmettendo la giusta "cattiveria agonistica". "Vero – e gli scappa da ridere – siamo più ‘cattivelli’ dei pistoiesi. L’acquisirà, l’acquisirà". Con uno come lui, come nutrire dubbi?

Gianluca Barni