Giù il cappello davanti a questo gruppo

Il giorno dopo l’impresa di Casale è dolcissimo in casa Gtg Pistoia: solo applausi per coach Brienza, il suo staff e i giocatori

Il successo di Pistoia ai danni di una corazzata come Cantù, valso l’accesso alla finale playoff contro Torino che mette in palio un posto nella prossima serie A1, ha delle paternità ben precise e facilmente individuabili. La prima è legata a Nicola Brienza ed il suo staff, dottori, fisioterapisti e diesse compresi, la seconda ai giocatori. Brienza è, fuori da ogni questione, un grande allenatore. Lo è dal punto di vista tecnico e tattico: Pistoia è una delle migliori difese del campionato, gioca una pallacanestro solida, con idee chiare e varia nelle soluzioni. Ma lo è anche nella capacità di saper leggere ed interpretare le partite, modificando il gioco in corso d’opera. Lo è nella capacità di formare e creare un gruppo, dargli un mentalità vincente e una fisionomia precisa. La seconda paternità è da iscriversi ai giocatori, ragazzi incredibili, professionisti impeccabili, uniti, compatti, che hanno sposato il credo dell’allenatore e soprattutto la causa biancorossa. Giocatori di talento ognuno a suo modo, nel suo ruolo e nel suo essere utile alla squadra. Il talento non si misura solo nei punti segnati, nelle giocate spettacolari o nelle prestazioni monstre ma è fatto di tanti altri aspetti.

Una grande difesa, la capacità di lottare, l’intelligenza di capire i momenti delle partite, sapere cosa fare e quando farlo, come rendersi utili alla squadra, anche questo è talento perché non sono doti che tutti hanno. Questi ragazzi ce l’hanno e lo hanno dimostrato perché non si batte Cantù solo con il cuore e la voglia di non mollare, ci vuole ben altro, ci vuole il talento, appunto. In questa squadra non c’è il primo attore e poi le comparse, ma un gruppo di giocatori che mettono a disposizione il proprio talento per il bene comune. In gara 5 contro Cantù Varnado è stato un fattore come sempre così come Wheatle o Magro ma alla fine il capitano Della Rosa, Pollone e Benetti nell’economia della partita sono stati fondamentali. Una gara 5, consentitecelo, che ha avuto un significato particolare e non solo perché ha consentito a Pistoia l’accesso alla finale ma anche, perché è arrivata nel giorno del compleanno di Roberto Maltinti che, ne siamo certi, da lassù idealmente si è abbracciato tutti i suoi ragazzi ringraziandoli per il regalo. O forse dovremmo essere noi a ringraziare lui per averci messo ancora una volta lo zampino.

Maurizio Innocenti