Pires esalta la magia di Beethoven

La pianista portoghese grande protagonista al teatro Bolognini di Pistoia

Maria João Pires (foto di repertorio)

Maria João Pires (foto di repertorio)

Pistoia, 26 novembre 2021 - E' bastato poco per scordarci dell'eleganza della Sonata D 644 di Franz Schubert. Così come è bastato poco per scordarci della Suite bergamasque di Claude Debussy dal suono nitido e con il movimento Clair de lune dalla grande cantabilità e fascino. E' arrivato infatti Ludwig Van Beethoven con la forza espressiva della sua ultima sonata per pianoforte, la 32 in do minore op. 111, perché la memoria dell'ascolto si sia concentrata sulla sua pagina. Protagonista di questo percorso musicale è stata Maria João Pires, pianista portoghese di lungo corso, in un concerto speciale al Teatro Bolognini. Pires fa parte dei giganti del concertismo internazionale riuscendo a coniugare nel suo approccio esperienza e ricerca verso interpretazioni e letture mai sondate prima.

Il Beethoven dell'opera 111 è un visionario, ma anche un autore che per guardare al futuro si ancora a un passato importante come quello di Bach (i momenti fugati e l'Arietta del secondo movimento, erede dei corali). Momenti drammatici, cambiamenti di ritmo, melodia sempre in evidenza con soluzioni sempre diverse  nel gioco tra i vari registri del pianoforte. Un viaggio ai limiti della trascendenza, tipico dell'ultimo Beethoven. Pires dà l'impressione di dominare il pezzo, ma anche di abbandonarsi al suo fascino evidenziandone il mistero e le domande irrisolte del compositore e dell'uomo. La sua grande sensibilità è risultata il mezzo principale per leggere un brano che guarda verso l'interiorità e l'universo sonoro, in una sorta di magia dal carattere sacro.

Poi è arrivato il bis: sempre Beethoven con il secondo movimento della Patetica. Un modo per tornare sulla terra, che mai in questo caso è stata così vicina all'idea dell'eden.