Continuano le riprese del film su Tiziano Terzani «La fine è il mio inizio», tratto dal libro omonimo, pubblicato da Longanesi nel 2006, scritto dal figlio Folco. I lettori ed appassionati del grande giornalista-scrittore - scomparso il 28 luglio del 2004 all’età di 66 anni - ricorderanno che questo libro fu dettato da Tiziano al figlio nei tre mesi prima di morire: un’ora di dialogo al giorno consentì a Folco di conoscere tutto sul proprio padre, dalla nascita alla morte.

La troupe tedesca è giunta ad Orsigna a metà settembre, molte le scene girate, in larga misura ad Orsigna, Pracchia, anche a Pistoia. Definito in corso d’opera il cast degli attori principali, anche il ruolo di Angela Terzani Staude, che in un primo momento sembrava dovesse essere ricoperto da Stefania Sandrelli, è stato affidato all’attrice austriaca Erika Pluhar; ad Andrea Osvart il ruolo della figlia Saskia ed a Gianni Cavina quello dell’orsignano Mario, da sempre uomo di fiducia di Tiziano Terzani: riguardo invece le comparse la produzione tedesca, la Colina Film Production di Monaco di Baviera, ha attinto alla comunità di Orsigna.

Definiti da tempo invece i ruoli di Tiziano Terzani, andato all’attore svizzero Bruno Ganz, e quello del figlio Folco, affidato all’italiano Elio Germano. A Folco è stata affidata anche la sceneggiatura, la regia è di Jo Baier.
Ancora pochi i commenti alle scene girate, i privilegiati sono stati i residenti di Orsigna, ma il loro rispetto della privacy li fa stare piuttosto abbottonati, ancora non si sono sbilanciati. Non sappiamo niente riguardo il doppiaggio: per come abbiamo conosciuto Tiziano Terzani crediamo che sia uno dei compiti più difficili, anche se negli ultimi mesi di vita la stessa era notevolmente cambiata. Il film è comunque nato sotto una buona stella, ci riferiamo alla stagione che ci ha regalato un settembre ed inizio ottobre particolarmente gradevole.

Considerato che la quasi totalità delle scene vengono girate tutte in montagna i rischi di qualche nevicata anticipata erano davvero tanti. Inoltre, non va dimenticato, molti dei dialoghi fra babbo e figlio si sono svolti nell’aia di casa, «Al Contadino» nei mesi di maggio, giugno e luglio del 2004, quando la vegetazione appariva diversa da adesso. Una caduta anticipata delle foglie avrebbe causato un grave danno alle immagini.