L'Odissea? E' la storia di tutti: "Un dono per Pistoia, la mia isola del teatro"

L'amato attore Giuseppe Cederna incanta il pubblico della Fortezza, proponendo uno spettacolo mai uguale a se stesso: "Questa storia mi possiede"

Giuseppe Cederna durante lo spettacolo alla Fortezza Santa Barbara di Pistoia

Giuseppe Cederna durante lo spettacolo alla Fortezza Santa Barbara di Pistoia

Pistoia, 24 settembre 2020 - Di due cose Giuseppe Cederna non potrà mai fare a meno, poiché sono parte del suo patrimonio genetico. Sono sequenza del suo Dna. Sono l'Odissea e il Mediterraneo, inteso sia come il mare che come il film di Gabriele Salvatores, premio Oscar nel 1992, che gli ha tributato un successo personale la cui eco non si spegne, e che si ripete ogni volta che scende dal piccolo aereo che lo riporta sull'isola di Kastellorizo. E quando, dal finestrino, vede la striscia di sabbia dove si disputò una partita di pallone che ormai è Storia, qualcosa di forte si muove dentro di lui. I "precordi" si muovono e si rimescolano. Perché Giuseppe Cederna torna, ogni volta che può su quell'isoletta, dove lo conoscono e lo riconoscono. E lo accolgono, perché è ancora Antonio Farina, ma soprattutto, Giuseppe.

Come, tutto questo, sia potuto diventare un'opera teatrale che Cederna, incredibilmente, non ha ancora scritto, lo racconta ogni volta che si siede al tavolino, tra il leggio e una caraffa d'acqua frizzante, unica scenografia di uno spettacolo sorprendente, toccante, unico. Si intitola "Odisseo migrante mediterraneo" e a Pistoia ha trovato il suo perfetto incanto in una notte settembrina sul palco della Fortezza di Santa Barbara per la rassegna Spazi Aperti, promossa dall'Associazione Teatrale Pistoiese, con il Comune di Pistoia, la Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia, la Regione Toscana e il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo. Nel suo lavoro Cederna sceglie di raccontare il ritorno di Ulisse dall'addio a Calipso all'approdo alla terra dei Feaci. L'operazione teatrale di Cederna è profonda, così come è stato profondo il suo percorso interiore per riappropriarsi di quell'isoletta e riapprodarvi, dopo tanto tempo da quel magico film.

La profondità ha un doppio riflesso: il primo è la riconsegna al pubblico della memoria dell'Odissea. La platea sa, ascoltando la lettura delle pagine di Omero ("forse, di Omero"), di aver sempre saputo del viaggio di Ulisse, di averlo interiorizzato da sempre, di conoscerlo da sempre, memoria antica mediterranea. Il secondo è il Dolore di chi lascia la propria terra e affronta la grande paura del mare e dal mare naufraga nella speranza dell'accoglienza. Un'accoglienza che a Ulisse è garantita da Nausicaa e poi da suo padre, il re Alcinoo. Il pubblico sprofonda nella narrazione guidata dell'Odissea e si emoziona di un silenzio densissimo quando Cederna mima Ulisse che nasconde il pianto alla corte di Alcinoo, si copre il volto con le vesti bianche e profumate che gli sono state donate ("Il dono sia piccolo e caro"), e lo fa con lo stesso, improvviso e vibrante gesto, con cui suo padre Antonio raccontava le gesta di Odisseo a lui, bambino di 8 anni, e alla sua sorellina. A quel punto la fusione è totale tra la vita e il teatro ed è la conferma che l'Odissea è parte della sua esistenza. E lui lo dice.

Lo sa e lo conferma alla fine dello spettacolo, una serata di cui è soddisfatto, che lo ha reso felice, e appagato, sotto le stelle. A Pistoia Giuseppe Cederna è di casa. È stato uno straordinario Tartufo al Teatro Manzoni e sul palco essenziale della Fortezza ha proposto uno spettacolo che ogni volta è un pezzo unico, ha una propria irripetibilità: "Non l'ho ancora scritto. Ogni volta cambia ossatura, e trama, lo perfeziono e lo rifaccio. Mi piace lasciare lo spazio di improvvisazione perché ogni volta questa storia mi possiede, e qui, io gioco. L'Odissea è qualcosa che appartiene a tutti. Mi piace sottolineare che questo spettacolo nasce da un'idea di un regista di Genova, Sergio Maifredi (direttore del Teatro Pubblico Ligure), realizzato con dieci attori e dove tutti raccontano un'Odissea intera. Io ho scelto il tema del viaggio. Ho pensato che potevo farla, e farla mia, e oggi è un mio spettacolo. L'Odissea è uno spettacolo-padre, che insegna sempre. E Pistoia è l'Isola del Teatro per me, dove mi sento accolto".