Andrea Chimenti, un viaggio tra le note

Il musicista presenta al Bottegone di Pistoia il suo ultimo disco per l'Indiependente festival

Andrea Chimenti (foto Antonio De Sarno)

Andrea Chimenti (foto Antonio De Sarno)

Pistoia, 14 aprile 2022 - Dall'avventura degli anni Ottanta con i Moda a una carriera solista legata al mondo della canzone d'autore legata a un'ispirazione sempre di grande qualità. Un'attività che nel 2021 ha anche portato a ricevere un premio nazionale, come quello del Mei. Andrea Chimenti è tornato con il disco “Il deserto la notte il mare” (Vrec / Audioglobe) e con un tour di concerti basato sul repertorio dell'album. Stasera (giovedì 14 aprile) l'appuntamento è all'Indiependente Festival di Pistoia (Casa del popolo Bottegone ore 21, info www.casadelpopolobottegone.it).

Che sensazione ha avuto quando le è stato conferito il premio alla carriera al Mei (meeting etichette indipendenti) di Faenza?

“In un panorama desertico come quello italiano, dove il mondo musicale è in un periodo poco felice per le difficoltà legate alla pandemia e la chiusura di tanti locali, il Mei è uno dei pochi spazi sopravvissuti che contribuiscono a far conoscere un certo tipo di linguaggio. Per me il premio è stata una grande soddisfazione dato che ho avuto un'attività abbastanza difficile a causa delle mie scelte musicali. Un riconoscimento che mi ha dato fiducia”

Il titolo del disco presenta tre termini (deserto, notte, mare) che evocano molte cose. Lo ha scelto per la sua forza espressiva, o ha voluto dare ad esso un significato ben preciso?

“Cercavo un titolo che fosse abbastanza rappresentativo del tempo che stiamo vivendo, con i brani che avessero una funzione ben precisa in questo senso. Il mare è un elemento che simboleggia la profondità in un periodo dove si guarda la superfice, oltre a essere il percorso per raggiungere un approdo. Non c'è solo un significato simbolico: durante la composizione dei brani l'argomento principale era quello dell'emigrazione. Quindi deserto e notte sono elementi reali che insieme al mare rappresentano il sogno di libertà”.

Il disco vede una strumentazione molto essenziale che lascia un ruolo importante alla comprensione del testo...

“Una canzone deve essere formata da musica e parole: il testo è il re della canzone stessa e la musica insegue le parole e il soggetto. Non esistono regole, ma questa è la filosofia della mia scrittura. Poi faccio le mie scelte: mi piace destrutturare il brano e la sua costruzione tipica strofa- ritornello-strofa, oppure arrangiare in modo diverso dal solito, in questo caso con elementi legati al prog.

Nel disco come ospite compare David Jackson che del prog è stato uno dei musicisti più rappresentativi. Però lei con i suoi Moda negli anni Ottanta era uno dei rappresentanti della new wave che nasceva in antitesi con gli stili del decennio precedente.

“Da ragazzo amavo il prog perché la mia formazione era classica e più vicina al genere, così come apprezzavo i vari Lou Reed, David Bowie, Marc Bolan che con il glam erano un aspetto musicale degli anni Settanta. Poi da rocker ho sviluppato un altro linguaggio in un periodo in cui l'Italia è stata al passo con i tempi e con paesi come l'Inghilterra. Nei Moda ho comunque avuto sempre un occhio particolare al glam del decennio precedente.”

Sul palco come proporrà i suoi brani?

“Ci saranno Cristiano Roversi, coproduttore del disco e grazie al quale ho avuto David Jackson come ospite, e un chitarrista con cui suono da pochi mesi, Francesco Cappiotti.”