Agliana, dimissioni in massa: crolla la giunta Mangoni

Dopo Fragai, l'annuncio degli addii di Tonioni, Fontana e Noligni

Giacomo Mangoni (Foto Castellani)

Giacomo Mangoni (Foto Castellani)

Agliana (Pistoia), 6 febbraio 2019 - Crolla la giunta Mangoni a pochi mesi dalle elezioni amministrative. Lunedì ha rimesso tutte le deleghe l’assessore Rino Fragai, ieri pomeriggio abbiamo appreso dal sindaco, Giacomo Mangoni, che si sono dimessi anche il vice sindaco, Luisa Tonioni e gli assessori Italo Fontana e Valentina Noligni. Dunque lasciano ben quattro assessori su cinque: resta in carica Alfredo Buscioni, fresco di nomina: nell’ottobre scorso ha ricevuto da Mangoni la delega allo sport dopo che il sindaco aveva licenziato l’assessore allo sport e cultura Massimo Vannuccini, attualmente in corsa come candidato al sindaco del Pd.

«Ho chiesto io le dimissioni di Fragai – spiega il primo cittadino –. E’ stato un atto concordato per una questione di opportunità politica. Oggi (ieri per chi legge, ndr) ho ricevuto anche le dimissioni di Tonioni, Fontana e Noligni. Credo che sia in atto una strategia che punta al mio logoramento e al sabotaggio dell’amministrazione comunale, da quando ho portato l’attenzione sui poteri forti e le pressioni perché non mi ricandidassi per il secondo mandato». E ora cosa succede? «Provvederò a nominare una nuova giunta – fa sapere il sindaco – per portare a termine il mandato amministrativo, senza privare i cittadini dei servizi».

La bufera nella giunta Mangoni è iniziata nel settembre scorso, quando il sindaco ha revocato tutte le deleghe a Vannuccini (cultura, sport e servizi informatici). A ottobre, Mangoni ha affidato lo sport ad Alfredo Buscioni (già consigliere) tenendo per sé la delega alla cultura. A dicembre Mangoni annuncia di ricandidarsi per il secondo mandato, poi sferra attacchi su «poteri forti e pressioni ricevute per non ricandidarsi», dalle quali prende le distanze il segretario Pd, Matteo Manetti e tutta la segreteria Dem. Poi Vannuccini ufficializza la sua candidatura a sindaco e l’assemblea Dem approva le primarie.

Ma nella successiva assemblea per approvare il regolamento delle primarie, Mangoni presenta un documento che propone di valutare la consultazione a primarie «solo dopo l’analisi sull’opportunità delle primarie in questo momento politico e aver preso le distanze da chi senza averne titolo interferisce con la vita dell’amministrazione». L’assemblea non discutere il documento, il segretario Dem, Manetti spiega: «Perché le primarie erano già state votate dall’assemblea all’unanimità, compreso il sindaco». Mangoni abbandona quell’assemblea seguito dal presidente del consiglio comunale Alfredo Fabrizio Nerozzi, poi entrambi riconsegnano la tessera del Pd, annunciando di proseguire nel loro mandato.