"Iliade restaurata, un patrimonio restituito alle giovani generazioni"

Julie Guillame, la restauratice canadese che si è occupata dell'intervento, racconta in recupero dell'opera di Sozomeno

La presentazione del restauro dell'Iliade alla Forteguerriana

La presentazione del restauro dell'Iliade alla Forteguerriana

Pistoia, 10 maggio 2019 - Come un chirurgo in sala operatoria, così Julie Guillame - restauratrice di beni culturali venuta dal Canada, con un passato di studi a Parigi e ormai residente in Italia, a Firenze, dal 1987 – ha affrontato il recupero della preziosa, oltre che unica, Iliade di Sozomeno custodita alla biblioteca Forteguerriana. Presentata al pubblico lo scorso venerdì, l’opera è stata oggetto di un recupero importante che ha scongiurato che gli effetti del trascorrere del tempo potessero diventare irreparabili. L’intervento è avvenuto in sede, alla Forteguerriana – «spostare l’opera non sempre è possibile, e così è stato per l’Iliade» – e tra tempi di intervento e di riposo sono occorsi sei mesi perché il volume potesse dirsi tornato in salute.

«Il libro è piccolo ma davvero bellissimo e unico per il suo valore e per la pergamena utilizzata, oltre che per la prima pagina miniata, splendida – ci racconta la Guillame –. La prima volta che l’ho visto presentava un distacco della coperta e i nervi della cucitura erano rotti. In pratica il primo fascicolo risultava scucito. Problemi che se non arginati possono condurre nel tempo a lesioni più gravi. Intervenire era necessario, soprattutto dal momento che questo è un libro che non resta chiuso in un cassetto, ma viene spesso mostrato durante le visite».

La restauratrice Julie Guillame al lavoro
La restauratrice Julie Guillame al lavoro

Il lavoro è durato circa sei mesi come detto, considerando anche alcuni tempi tecnici ‘morti’. «Ho staccato le controguardie – continua Julie – e ho proceduto a una pulitura meccanica con un pennello molto morbido. C’erano anche dei piccolissimi buchi lasciati da dei tarli, pochi in verità, che ho colmato con un impasto di carta giapponese e colla d’amido. Poi ho consolidato il colore nei punti della miniatura in cui si stava staccando, ho lavato le controguardie che risultavano molto imbrunite, allungato i nervi rotti, ricucito il fascicolo che era rimasto libero. Ho di fatto ricomposto da zero il libro stesso. Un intervento direi conservativo spesso necessario quando si ha della pergamena, con tendenza ad assorbire umidità e quindi ad imbarcarsi. Ho avuto occasione di lavorare su altri preziosi manoscritti, alcuni provenienti dal Bargello, altri dall’Opera del Duomo di Pisa, ma posso dire che l’emozione ogni volta è forte, come se fosse la prima. Mi accosto a questi manoscritti non con timore, bensì con profondo rispetto: poterne ripristinare lo stato di salute è un privilegio enorme, che ci consente di consegnare alle generazioni future il nostro immenso patrimonio» .

Sozomeno, ricordiamo, fu un umanista nato a Pistoia nel 1387 e qui morto nel 1458. Formatosi in un primo momento nella città natale, proseguì gli studi a Padova e poi a Firenze. Vestì i panni di sacerdote nel 1405, divenendo per due volte vicario vescovile e nel 1418 fu eletto canonico della cattedrale. Sozomeno, unico intellettuale pistoiese che abbia rivestito un ruolo significativo nella cultura dell'Umanesimo italiano, scrisse testi per la scuola e copiò personalmente molti suoi libri, trascrivendo almeno 34 codici latini e 10 greci. E' stato il primo umanista a destinare la sua intera biblioteca a uso pubblico: nel 1423 la donò alla città di Pistoia, precisamente all’Opera di San Iacopo, a patto che fosse collocata in luogo aperto al pubblico accesso. Più di cento i volumi inclusi nell'inventario della biblioteca, anche se la sua produzione si stima sia stata assai più ampia.