L'arte che alimenta la vita: alla Caffetteria Marini un dialogo padre-figlia

Alberto e Francesca Ferrante sono padre e figlia: oggi che lui non c'è più, per la prima volta si raccontano in un suggestivo dialogo fatto di disegni e dipinti

Francesca Ferrante in fase di allestimento della mostra

Francesca Ferrante in fase di allestimento della mostra

Pistoia, 5 gennaio 2020 - Un filo del discorso interrotto da un maledetto imprevisto della vita che oggi torna a parlare grazie all'arte. Alimentata dall'incondizionato amore che una figlia può avere per un padre, che per di più - è questo il suo caso - se n'è andato troppo presto. Ma la morte, come spiega Francesca Ferrante protagonista della mostra allestita nella saletta della Caffetteria Marino Marini - inaugurazione il 7 gennaio alle 17; visitabile negli orari di apertura della Caffetteria fino al 2 febbraio -, non c’entra. La morte, come diceva Sant’Agostino, non è niente: chi se ne va in realtà è solamente nascosto nella stanza accanto. L'altro attore di questa mostra dal titolo “Di te in me” è Alberto Ferrante, babbo di Francesca, anche lui grande estimatore dell'arte e insaziabile artista lui stesso.  I disegni di lei e i quadri, molti a olio, del babbo si parlano uno di fianco all’altro, attraverso soggetti che molto hanno a che fare l’uno con l’altro, ma che poco si somigliano: “Abbiamo sempre avuto due modi di raccontarci molto diversi”, spiega Francesca.

Francesca e Alberto Ferrante, figlia e padre
Francesca e Alberto Ferrante, figlia e padre

Una decina i suoi disegni in mostra – la prima dopo una gioventù artistica trascorsa un po’ ‘sottotraccia’ per Francesca che solo di recente si è convinta a riprendere in mano tutto il necessario per fare arte - per altrettante opere del babbo, tra le quali compaiono anche tre incompiuti. “Li ho rinvenuti in un armadio a casa del nonno in modo del tutto casuale – spiega Francesca – ed è stata un’emozione fortissima. Per me i suoi quadri più belli sono proprio quelli. Organizzare questa mostra è stata per me l’occasione di percorrere un viaggio dentro me stessa e il mio rapporto col babbo: così io mi sento davvero con lui, in un dialogo che continua ad essere alimentato attraverso l’arte”.