Vicini anche se lontani: letture condivise ai tempi dell'isolamento

Sono state lanciate dal collettivo Crib: ogni giorno delle video-letture invitano a riflettere sul concetto di "corpo" che alimenta la ricerca del gruppo di artisti

Il collettivo Crib: da sinistra Roberto Di Maio, Beatrice Fedi e Carolina Ciuti

Il collettivo Crib: da sinistra Roberto Di Maio, Beatrice Fedi e Carolina Ciuti

Pistoia, 27 marzo 2020 - Ci sono «tracce di corpo» in noi e nella vita intorno a noi. Il corpo è ovunque: è liquido, perché capace di permeare ogni cosa. E l’occasione dell’isolamento a cui siamo costretti ce ne dà riprova quotidiana: basta volersi affacciare a riscoprire la nostra libreria e prendere in mano i titoli più disparati, da Siddharta a Frankenstein, sfogliando persino i testi di un più attuale Capossela o di una colonna della letteratura per l’infanzia, Roald Dahl. Prende, necessariamente, un’altra (ma temporanea) direzione il progetto «Ripensare il corpo: oltre i cavalieri», ricerca culturale elaborata dal collettivo artistico Crib vincitrice, tra l’altro, del bando Sviluppo e cultura della Fondazione Caript e lo fa con le «Letture condivise in tempi di isolamento», dei video incisivi (visibili sulla pagina Facebook di Crib) che chiamano a riflettere appunto sul concetto di corpo nelle sue infinite e affascinanti declinazioni e che lanciano un modo nuovo per stare insieme, vicini nonostante la lontananza.

La ‘deviazione’ al progetto è stata pensata dai tre membri del collettivo, Beatrice Fedi, Carolina Ciuti e Roberto Di Maio. «Abbiamo deciso di non fermare la ricerca sul tema – ci spiega Beatrice – e condividere le nostre riflessioni attraverso delle letture che spaziano dai più disparati ambiti, filosofia, letteratura per ragazzi, romanzi, tutti spunti per riflettere su quel che sta accadendo adesso: un’epoca in cui i nostri corpi non possono incontrarsi e devono quindi inventare nuove forme di approccio». Una lettura al giorno che arriva da voci ‘amiche’ del collettivo, tutte caratterizzate da semplicità e spontaneità. «Si parla del corpo più di quanto si pensi – continua Beatrice –. Il corpo è un luogo importante per la maggior parte delle artisticità. È stato bello attraverso queste letture anche riscoprire testi lasciati in disparte, apparentemente semplici, come Frankenstein, in cui, ad esempio, il concetto di corpo è legato alla sua mostruosità».

Le letture condivise nascono come parentesi a «Ripensare il corpo», un progetto che adesso dovrà quindi trovare una nuova via di esecuzione, anche se è naturale che al momento è prematuro parlarne. «Chissà intanto che questo momento storico non consenta a tutti di riscoprire il valore dell’arte in generale, riscrivendo una nuova lista delle priorità e delle esperienze. Intanto continua il nostro lavoro anche su un nuovo progetto, al momento in embrione, che insiste sul tema dell’identità dal punto di vista scientifico a partire da un fatto di cronaca».