Lo zoo di Pistoia sogna in grande. "Primo passo per ampliare gli spazi"

Dopo undici anni di attesa, finalmente la firma del protocollo d’intesa tra Giardino e amministrazione

Il direttore del Giardino zoologico di Pistoia, Paolo Cavicchio (FotoCastellani)

Il direttore del Giardino zoologico di Pistoia, Paolo Cavicchio (FotoCastellani)

Pistoia, 5 settembre 2021 -  Undici lunghi anni durante i quali a succedersi sono state amministrazioni e dirigenti, più una pandemia nel mezzo, il che significa una serie di variabili e imprevisti continui che hanno impedito di procedere dritti verso la meta. Questo il tempo servito affinché si arrivasse alla quadra tanto attesa: il protocollo d’intesa tra il Giardino zoologico e il Comune di Pistoia è stato finalmente siglato, con la possibilità dunque ufficiale a partire da adesso per la struttura di via di Pieve a Celle di intervenire sugli spazi coronando quel progetto di ampliamento rinchiuso nel cassetto da troppo tempo.

La volontà di intervenire allargandosi nelle adiacenze dell’area oggi occupata dallo Zoo è un sogno noto da anni e che sembrava realizzabile già con le modifiche al regolamento urbanistico del 2010. Regolamento che però condizionava ogni tipo di intervento a partire dalla sottoscrizione di una convenzione con l’amministrazione in quanto lo zoo ritenuto "area di interesse collettivo".

Incontri, confronti avevano fatto apparire il progetto fin da subito una chimera, tanto che l’agognata firma non era mai arrivata. Fino ad oggi, quando qualcosa nel meccanismo inceppato si è sbloccato e le due volontà, quella del Comune di Pistoia e quella del Giardino zoologico, si sono incontrate con la sottoscrizione di un patto che avrà durata dieci anni. E ora che succede? La proprietà dello Zoo – fondi permettendo – potrà finalmente richiedere i permessi a costruire per la nuova area dove il progetto iniziale prevedeva tra le altre cose di posizionare la ricostruzione di una savana che ospitasse in unico ambiente giraffe, zebre e struzzi. Ovvio che il passare degli anni e l’arrivo dello "tsunami covid" con chiusure prolungate e un danno economico notevole potrebbe scombinare le priorità, mettendo in cima alla lista la semplice questione di sopravvivenza e vitalità della struttura, assestata la quale si potrà finalmente cominciare a pensare al futuro.

"Finalmente il primo passo – è il commento del direttore Paolo Cavicchio –. Non la prima pietra, che sarà quando ottenuto il primo permesso andremo concretamente a muoverci. Siamo contenti che l’amministrazione abbia riconosciuto il valore d’interesse della nostra struttura, ma anche fortunati per non aver cominciato i lavori durante la pandemia. A questo punto speriamo che questa sia la possibilità di rinascere con qualcosa di nuovo. Tutto sarà condizionato ovviamente dall’ottenimento dei finanziamenti e dall’arrivo dei ristori promessi, contributi che ci serviranno intanto per colmare il debito degli ultimi due anni. Solo a quel punto si potrà guardare meglio al futuro per poter completare in dieci anni questo rinnovamento. Un sogno nel cassetto la cui apertura non è più rimandabile".

Linda Meoni