Vivai e guerra ai pesticidi Il "Caso Pistoia" a Report

In onda ieri sera su Rai 3, un servizio dedicato all’inquinamento da diserbanti. Il racconto dei cittadini e degli imprenditori. Il sindaco: "Serve una legge chiara"

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Un totale di 1.400 aziende con un distretto che, seppur già così il più grande d’Europa, preme per espandersi e cercare di trovar spazio per accogliere quel "30% di mancanza di produzione" che già avrebbe il suo mercato. Di là, oltre le persiane di casa c’è chi ancora sta a guardare, asserragliato, con la finestra rigorosamente chiusa: "Io pensavo di vivere bene in una strada privata contornata dalla natura, invece vedo che sto in mezzo a un’azienda. Buttano diserbanti e non ne sappiamo niente di niente. Non è più vita questa".

Quell’infiammata lotta che sta alla base del legame vivaismo-uso di diserbanti e ripercussioni sulla salute torna ad accendersi e lo fa passando attraverso la lente del programma d’inchiesta di Rai 3 "Report" (nella foto), nella puntata andata in onda ieri sera. Un ricco e dettagliato viaggio condotto dal giornalista Bernardo Iovene nel "caso Pistoia" che da queste parti ormai è faccenda che fa discutere da anni: dissidi e raccolte di firme, esposti, costituzione di comitati, la recente ristrutturazione del Distretto Vivaistico, le normative che si aggiornano (e si contraddicono), eppure niente ancora oggi ha consentito di trovar pace e garantire una serena convivenza tra le parti.

Marzo 2021, a Pistoia il gruppo Forestale dei Carabinieri sequestra una maxi partita di pesticidi illegali. Tra la gente la notizia suscita preoccupazione e sconcerto, sotto la cenere si riaccende la paura, "Report" si interessa al caso e così comincia il viaggio. Da una parte la rabbia di chi la casa ce l’ha intorno ai vivai, assediati da nuvole chimiche di ignota composizione, angosciati al solo gesto d’aprire una finestra o, in giornate di pioggia, di aver casa invasa da acqua di coltivazione, dal mancato rispetto delle previste distanze di sicurezza a tutela della salute. "Questo è un vivaio ad ulivi. Come vedete – denuncia Dadà Bicci, uno dei residenti - per pulire il terreno dalle erbacce usano il glifosato. Ho chiamato i Carabinieri, sono riuscito anche a far tenere una certa distanza ma prima arrivavano anche a un metro e mezzo dalla casa". "In realtà dal piano regolatore non potrebbero fare vivaio a vasetteria ma solo di vivai impiantati a terra – aggiunge Francesco Carretta –. Abbiamo fatto due anni fa già un esposto al Comune". E poi la questione glifosato: lecito oppure no utilizzarlo? "La Regione Toscana – spiega il presidente del Distretto Vivaistico Francesco Ferrini - l’ha bandito già ormai da un paio d’anni, ci sono però delle deroghe e la Comunità europea in questo momento ne consente ancora l’uso". Il problema però, sottolinea Iovene, è rappresentato dai controlli perché pur ammettendo l’utilizzo di prodotti autorizzati, a far la differenza è come questi prodotti vengono utilizzati. "Poi c’è la questione del costo – come spiega Antonio Sessa di Legambiente – Le aziende che investono in procedure non inquinanti sono solo le più grandi". E la legge? Quella nazionale che stabilisce una zona di tutela assoluta di 10 metri intorno al pozzo di captazione di acqua potabile e quella comunale che invece di metri ne fissa 20. "Siamo in un limbo – interviene ai microfoni Report il sindaco di Pistoia Alessandro Tomasi -. Serve secondo me che si aggiorni bene la normativa dal livello nazionale e a cascata negli ultimi enti che siamo noi Comuni che siamo tenuti in parte, con la polizia municipale, per le sue competenze, a controllare".

linda meoni