Vicini a 300 contagi, ma l’ospedale regge

Venticinque in isolamento, quattro ricoveri e sei dimissioni. Nessuno in terapia intensiva. Non ce l’ha fatta un uomo del 1931

Migration

Contagi sopra duecento, ma in netto calo rispetto al picco di due giorni fa (erano 453) e per la prima volta dopo tanto tempo un po’ meno di Prato. Ricoveri in leggero calo e nessuno in rianimazione. Un decesso purtroppo, quello di un uomo del 1931 che si è spento al San Jacopo. Questa è la sintesi della situazione sul fronte covid mentre andiamo a leggere i dati del bollettino quotidiano con i numeri che sono riferiti alla giornata di ieri. I nuovi positivi rilevati dai tamponi che sono stati processati dai laboratori aggregati dell’Asl Toscana centro sono 1985, così suddivisi nell’area che comprende anche la provincia di Pistoia: 1345 a Firenze; 294 a Prato e 276 a Pistoia.

Vediamo nel dettaglio come sono distribuiti i nuovi casi di contagio monitorati a domicilio nei vari comuni del territorio, indicati di seguito in ordine decrescente: 85 a Pistoia; 29 a Quarrata; 21 a Monsummano; 19 a Montecatini; 18 a Pescia; 16 ad Agliana; 16 a Pieve a Nievole; 15 a Serravalle; 11 a Montale; 8 a Ponte Buggianese; 8 a San Marcello Piteglio; 6 a Lamporecchio; 6 a Buggiano; 5 a Massa e Cozzile; 4 a Larciano; 3 a Marliana; 3 a Uzzano; 2 a Chiesina Uzzanese e 1 ad Abetone Cutigliano.

Uno sguardo quindi alla situazione dell’ospedale. Fino a ieri pomeriggio al San Jacopo le persone ricoverate erano 25 e tutte in isolamento in area covid.

I nuovi ingressi dal pronto soccorso sono stati quattro, ben superati dalle dimissioni, che sono state sei.

Oggi, giovedì 30 ottobre, è l’ultimo giorno di vita delle Usca, le unità speciali di continuità assistenziali che tanto hanno contribuito, attraverso la loro attività di visite domiciliari alle persone colpite da covid, al decongestionamento dei reparti dell’ospedale. Da domani, al loro posto, ci saranno le Uca, unità di continuità assistenziale, equipaggio mobile composto da un medico e da un infermiere ogni centomila abitanti e che si dovrà occupare, tra le altre cose, anche dei focolai epidemici. Una trasformazione dettata dal decreto del 22 maggio scorso sul riassetto dell’assistenza territoriale.

Il meccanismo di attivazione delle Uca sarà lo stesso: attraverso il medico di famiglia. Niente, in teoria, dovrebbe cambiare.

l.a.