Influenza, mancano vaccini negli ambulatori. I medici: "La campagna è già in ritardo"

Montalti, presidente dell’Ordine: "Bisogna procedere in contemporanea con la terza dose Covid. Programmazione a rischio"

Influenza

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Pistoia, 21 ottobre 2021 - L’anno scorso di questi tempi i vaccini anti influenzali erano già presi d’assalto, e gli ambulatori dei medici di famiglia avevano le prime dosi. Ma l’anno scorso non c’era il vaccino per il Covid, e quella era l’unica difesa a disposizione per tutti. Alla fine, la popolazione vaccinata nel nostro territorio ha superato il 64 per cento, pari a 29mila over 65 nella zona pistoiese e quasi 19mila nella Valdinievole. Quest’anno, la sfida si annuncia ancor più impegnativa, perché i medici di famiglia sono chiamati a programmare una campagna anti influenzale senza precedenti, dal momento che dovrà procedere di pari passo con la somministrazione delle terzi dosi di vaccino anti Covid per gli ultra sessantenni e i fragili. Peccato che le dosi di vaccino anti influenzale non siano ancora arrivate negli ambulatori e le proteste fioccano. A spiegarci la situazione è il dottor Beppino Montalti, presidente dell’Ordine dei Medici di Pistoia.

Dottore, i vaccini anti influenzali non sono ancora arrivati negli ambulatori. Cosa si rischia? "Il problema è duplice. Da una parte c’è la programmazione molto complessa che in questo modo viene resa ancora più difficile per chi è in prima linea, cioè per i medici di famiglia, i medici vaccinatori". Per quale motivo? "I vaccini per il Covid sono vaccini delicati, che devono essere mantenuti a basse temperature. Inoltre, ogni fiala contiene sei dosi. Questo vuol dire programmare gli appuntamenti al minuto. Per ogni fiala devono essere pronti in ambulatorio sei pazienti. E siccome i destinatari delle terze dosi, per tipologia di popolazione, sono poi gli stessi per i quali è previsto e raccomandato il vaccino anti influenzale, far venire le stesse persone due volte in ambulatorio in tempi diversi diventa un passaggio pazzesco, assolutamente non consigliabile". C’è una ragione anche sanitaria per la somministrazione contemporanea dei due vaccini? "Assolutamente sì. La somministrazione contemporanea è auspicabile per due motivi. I vaccini stimolano le difese immunitarie e una doppia stimolazione è possibile, come accade per i bambini. Inoltre, da ora in poi per ogni sintomo influenzale bisognerà procedere con una diagnosi che escluda il Covid. Dunque, se la persona è vaccinata contro l’influenza, questo dato agevolerà la diagnosi differenziale: cioè in caso di sintomi saremo più orientati a pensare che si tratti di Covid e si sa quanto in questi casi la diagnosi tempestiva sia importante". Quali sono le difficoltà nella distribuzione di vaccini anti influenzali? "Come detto, quelli anti Covid devono essere tenuti a temperature molto basse: per questo sono state coinvolte le farmacie che sono dotate di frigoriferi più potenti. Così i medici di famiglia potranno ritirarli con più facilità e portarli in ambulatorio. Non conosco invece le ragioni del ritardo nelle consegne dei vaccini anti influenzali, ma bisognerà porre rimedio". Un consiglio per chi sia indecisio o timoroso nel fare due vaccini insieme? "Assolutamente questa vaccinazione contemporanea, ai soggetti per i quali è prevista la terza dose, è raccomandata: agevola la diagnosi in caso di sintomi e poi si ottiene l’effetto booster, cioè quello di potenziare la risposta immunitaria"