Il papà non vuole far vaccinare i figli, la mamma sì: vince lei, sentenza del giudice

Il caso di Pistoia

Tribunale (foto d'archivio)

Tribunale (foto d'archivio)

Pistoia, 18 aprile 2019 - Se un genitore ‘No vax’ è contrario a far vaccinare i figli, il genitore ‘Si vax’ può chiedere al giudice (ex art.316 c.c.) di attribuirgli il ‘potere autonomo decisionale’ di sottoporre i figli a tutte le vaccinazioni obbligatorie o raccomandate da Asl e pediatra. Anche a prescindere da fatto che, prima dei ‘richiami’, i bambini siano ancora ‘coperti’.

L’ha deciso il giudice del Tribunale di Pistoia Fabrizio Amato, che ha autorizzato in tal senso la mamma di due bambini di 12 e 7 anni e mezzo. Il giudice ha però autorizzato il padre a far sottoporre i bambini ‘a una visita psicologica specializzata’. Il ricorso trae origine dalla divergenza netta insorta tra i due coniugi nel 2017 sul dovere/opportunità di far vaccinare i figli (per il 12enne pure l’anti-papilloma virus).

E di fargli effettuare i richiami dei vaccini obbligatori, sollecitati dall’Asl per pertosse, tetano, difterite, polio. Anche questo contrasto serrato ha contribuito ad allontanare i coniugi. L’antivaccinismo del padre contro la posizione consolidata nella comunità scientifica che sottolinea efficacia e sicurezza dei vaccini; e la preoccupazione di una madre perché – scrive nel ricorso il suo avvocato, Vittorio A.Francois – «si è assistito agli sviluppi dell’aggravamento che hanno avuto le malattie virali e alla necessità di effettuare i vaccini specie su anziani e minori».

Da qui l’udienza del 9 aprile, anticipata nel timore che «i figli potessero contrarre – durante il contenzioso giudiziario – malattie non coperte da vaccini». Il padre davanti al giudice ha un po’ ammorbidito la posizione sui ‘richiami’ dei vaccini obbligatori. Ha detto sì, condizionandolo però alla verifica della ‘copertura’: se i miei figli sono ancora coperti, i richiami sono inutili. No deciso invece all’anti papilloma virus al figlio più grande e alla ‘chiamata’ dell’Asl per il più piccolo. Il giudice ha richiamato ‘la tutela della salute come diritto costituzionale che riguarda non solo l’individuo, ma tutta la collettività del Paese. E la responsabilità genitoriale verso i figli minori: elemento indiscutibile che implica, tra le molteplici necessità della prole, l’obbligo dei genitori di garantire ai figli il più ampio diritto alla salute».

Ha poi argomentato circa la polemica del padre sulla copertura vaccinale definendola ’implausibile’: perché in ogni caso la copertura ha un suo termine. E il tempo l’ha comunque resa meno forte. E sull’anti papilloma virus «appare evidente che il padre abbia una scarsa concezione del valore solidaristico dell’art.32 della Costituzione: ossia della concreta salute di tutta la collettività. Soprattutto trattandosi di virus che possono contagiare estranei alla famiglia».