Un genetista forense per il confronto del Dna I quesiti da risolvere sulla morte di Ottavina

Domani l’autopsia sul corpo della novantenne trovata esanime dal figlio. Il mistero del segno sul collo e dell’orario del decesso della donna. Alcuni risultati potrebbero richiedere qualche giorno di tempo. .

Perchè Ruscio ha violato la detenzione domiciliare per recarsi a casa della madre? Perchè lo ha fatto di prima mattina? E la donna, che il figlio ha raccontato di aver trovato ormai senza vita, si è difesa da qualcuno? Ci sono tracce di violenza sul suo corpo? La soluzione del giallo di via Monteverdi, che la città segue con dolorosa apprensione, è tutta nella risposta a queste quattro domande. Interrogativi a cui gli investigatori stanno cercando, febbrilmente, di rispondere, fin dai primi momenti seguiti al rinvenimento del corpo di Ottavina Maestripieri, 90 anni, con un prestigioso passato di commerciante quando era titolare della storica confetteria di via Monteverdi, praticamente sotto casa. Una persona descritta, da chi la conosceva bene, amabile e amata, così come il marito Mario, scomparso alcuni anni fa. Una coppia gentile e molto affiatata.

C’è un giorno decisivo in questa indagine, ed è domani. L’autopsia sul corpo di Ottavina inizierà nella tarda mattinata nella sala anatomica dell’ospedale San Jacopo. Domattina, in Procura, saranno conferiti gli incarichi. Ai due medici legali che eseguiranno l’esame, Stefano Pierotti e Walter Calugi e, poco più tardi, al genetista forense, nominato dalla procura, che avrà invece il compito di estrarre e analizzare tracce con materiale genetico confrontabile. Sotto le unghie della donna, per esempio.

Questo materiale sarà quindi messo a confronto con il Dna che è già stato prelevato al figlio di Ottavina, Patrizio Ruscio, 60 anni, ragioniere, indagato per omicidio volontario fin dalle prime ore dal ritrovamento del corpo della madre.

Quello di domani, dicevamo, sarà dunque un giorno decisivo, anche se le risposte che verranno dalle analisi potrebbero non essere immediate, e richiedere ancora qualche tempo.

L’altro, fondamentale quesito formulato dai magistrati inquirenti, i sostituti procuratori Leonardo de Gaudio e Linda Gambassi, riguarda le cause della morte della novantenne. Il medico del 118 intervenuto per primo nell’appartamento di via Monteverdi, alle sette e mezzo di giovedì primo giugno, aveva ipotizzato cause naturali. Il medico legale incaricato dalla Procura, lo stesso dottor Pierotti, aveva invece ritenuto necessari altri approfondimenti. Da quanto è stato appreso la sua attenzione si sarebbe soffermata su un segno rilevato sul collo della donna.

Di lì a poco l’informazione di garanzia aveva raggiunto Patrizio Ruscio, emessa dai magistrati inquirenti non come atto dovuto in previsione dell’autopsia e dei prelievi, bensì, in base alla Riforma Cartabia, ai sensi dell’articolo 335, primo comma bis, del Codice di Procedura Penale, che disciplina l’iscrizione nel registro degli indagati e che così recita: "Il pubblico ministero provvede all’iscrizione del nome della persona alla quale il reato è attribuito non appena risultino, contestualmente all’iscrizione della notizia di reato o successivamente, indizi a suo carico".

Ne era seguito, come abbiamo già scritto, un lungo interrogatorio, iniziato nel tardo pomeriggio e protrattosi fino alle due della notte fra giovedì e venerdì 2 giugno.

Nel corso dell’interrogatorio Ruscio è stato sempre assistito dall’avvocato Francesco Stefani del foro di Firenze che ieri, a sua volta, ha nominato il consulente tecnico di parte che domani sarà presente in sede di autopsia. Si tratta del dottor Fabio Fondelli: "Un professionista di grande esperienza – ci ha detto ieri sera l’avvocato Stefani – che abbiamo ritenuto adatto a questo incarico. In qualità di consulente tecnico di parte assisterà all’esame ed elaborerà la sua relazione. L’esame è finalizzato a verificare eventuali forme di violenza sul corpo. Noi chiederemo una particolare attenzione sull’ora del decesso. Quello attribuito dalla procura si aggira verso le sei e mezzo. Questa è, ovviamente, una questione dirimente".

Emerge anche con più precisione lo stato di restrizione a cui Ruscio è sottoposto: non è agli arresti domiciliari per l’indagine fiorentina "Ben Hur" del 2021 delle Fiamme Gialle, ma in detenzione domiciliare in seguito a un provvedimento del tribunale di sorveglianza dopo una condanna definitiva, non sospesa, per una vecchia indagine della procura di Pistoia. Ha una finestra, per poter uscire, dalle dieci a mezzogiorno. La violazione della mattina del primo giugno è stata segnalata dalla Procura al tribunale di sorveglianza.

L’avvocato Stefani lo sente spesso: "E’ molto teso – ci ha detto ieri –. Sta cedendo".

lucia agati