Mancava il mare, a ricordare quella sognante cornice dipinta da Aurelio Amendola sulla spiaggia di Forte dei Marmi, ma soprattutto mancava – manca – Marino Marini, il grande assente dal panorama culturale cittadino ormai da troppo tempo, almeno dal 2020, anno in cui il Museo di Corso Fedi a lui intitolato ha chiuso dolorosamente i battenti. Non può e non deve cessare l’attenzione attorno al maestro e al suo inestimabile patrimonio negato e lo sa bene il comitato "Nessuno tocchi Marino" che ieri, alla presenza del coordinatore Marco Leporatti – fondatore nel gennaio 2020 del gruppo –, ha ripreso il filo del discorso con un gesto tanto eclatante quanto di profondo significato presentandosi davanti alla sede del Museo accompagnato da un cavallo bianco.  Cavalli e cavalieri, il tema inseguito per tutta la vita, quasi un’ossessione per il maestro, che oggi si ricorda anche così, a dimostrare affetto e attaccamento all’artista e tenacia in una volontà, quella di far tornare fruibili le opere segregate a Palazzo, che appare incrollabile. "Quasi tre anni sono passati da quando nacque il comitato – sono state le parole di Leporatti -. In quella occasione ci interrogammo su quale avrebbe dovuto essere la forma più consona da assumere: un comitato, un’associazione, una fondazione in difesa del legame Marino-Pistoia? Si optò per il comitato, immaginando che il raggiungimento degli obiettivi che ci eravamo prefissati potesse richiedere un tempo poi non così lungo. In sincerità, pensavo che il comitato si sarebbe sciolto prima. E invece siamo qua, 2 febbraio, compleanno di Marino Marini, a ricordare una situazione che non è mutata. Abbiamo pensato di omaggiare due grandissimi concittadini – ha aggiunto –: da una parte Marino, dall’altra Amendola, autore del celebre scatto che ritrae Marino in spiaggia con un cavallo bianco, nella sua Forte dei Marmi dove per altro si trova la villa che lo stesso Marini aveva chiamato Germinaia, in ragione dell’amore per la sua Pistoia".  Non è stata questa la prima manifestazione a sostegno della riapertura del museo, né tantomeno si tratterà dell’ultima, così come lo stesso Leporatti tiene ad anticipare: "Il 16 di febbraio come comitato portiamo al Comune e al primo cittadino l’invito e la disponibilità di tutti i soggetti istituzionali coinvolti – annuncia –. La Prefettura da tre anni, prima con Iorio oggi con Messina, ha dato sempre la sua disponibilità e tuttora è in battaglie legali con la Fondazione Marini. Abbiamo coinvolto la Provincia con il suo presidente Luca Marmo, la Regione con il presidente Eugenio Giani che abbiamo contattato e incontrato ottenendo disponibilità a fare da garante e supervisore della situazione e, in seguito all’impegno profuso dal precedente presidente Luca Iozzelli, anche la Fondazione Caript che con l’attuale vertice Lorenzo Zogheri si è detto pronto a collaborare".  E la Fondazione Marini San Pancrazio? "Quella ormai la diamo per persa in questa battaglia – ha concluso Leporatti –. Ma è evidente che le istituzioni utili a portare avanti un lavoro corale e di volontà unanime sono molte. Perché allora niente si smuove? Non possiamo che chiedere al Comune di fare un tavolo al quale mettere seduti tutti questi soggetti per vedere fin dove è possibile arrivare".  linda meoni

Cronaca

Mancava il mare, a ricordare quella sognante cornice dipinta da Aurelio Amendola sulla spiaggia di Forte dei Marmi, ma soprattutto mancava – manca – Marino Marini, il grande assente dal panorama culturale cittadino ormai da troppo tempo, almeno dal 2020, anno in cui il Museo di Corso Fedi a lui intitolato ha chiuso dolorosamente i battenti. Non può e non deve cessare l’attenzione attorno al maestro e al suo inestimabile patrimonio negato e lo sa bene il comitato "Nessuno tocchi Marino" che ieri, alla presenza del coordinatore Marco Leporatti – fondatore nel gennaio 2020 del gruppo –, ha ripreso il filo del discorso con un gesto tanto eclatante quanto di profondo significato presentandosi davanti alla sede del Museo accompagnato da un cavallo bianco. 
Cavalli e cavalieri, il tema inseguito per tutta la vita, quasi un’ossessione per il maestro, che oggi si ricorda anche così, a dimostrare affetto e attaccamento all’artista e tenacia in una volontà, quella di far tornare fruibili le opere segregate a Palazzo, che appare incrollabile. "Quasi tre anni sono passati da quando nacque il comitato – sono state le parole di Leporatti -. In quella occasione ci interrogammo su quale avrebbe dovuto essere la forma più consona da assumere: un comitato, un’associazione, una fondazione in difesa del legame Marino-Pistoia? Si optò per il comitato, immaginando che il raggiungimento degli obiettivi che ci eravamo prefissati potesse richiedere un tempo poi non così lungo. In sincerità, pensavo che il comitato si sarebbe sciolto prima. E invece siamo qua, 2 febbraio, compleanno di Marino Marini, a ricordare una situazione che non è mutata. Abbiamo pensato di omaggiare due grandissimi concittadini – ha aggiunto –: da una parte Marino, dall’altra Amendola, autore del celebre scatto che ritrae Marino in spiaggia con un cavallo bianco, nella sua Forte dei Marmi dove per altro si trova la villa che lo stesso Marini aveva chiamato Germinaia, in ragione dell’amore per la sua Pistoia". 
Non è stata questa la prima manifestazione a sostegno della riapertura del museo, né tantomeno si tratterà dell’ultima, così come lo stesso Leporatti tiene ad anticipare: "Il 16 di febbraio come comitato portiamo al Comune e al primo cittadino l’invito e la disponibilità di tutti i soggetti istituzionali coinvolti – annuncia –. La Prefettura da tre anni, prima con Iorio oggi con Messina, ha dato sempre la sua disponibilità e tuttora è in battaglie legali con la Fondazione Marini. Abbiamo coinvolto la Provincia con il suo presidente Luca Marmo, la Regione con il presidente Eugenio Giani che abbiamo contattato e incontrato ottenendo disponibilità a fare da garante e supervisore della situazione e, in seguito all’impegno profuso dal precedente presidente Luca Iozzelli, anche la Fondazione Caript che con l’attuale vertice Lorenzo Zogheri si è detto pronto a collaborare". 
E la Fondazione Marini San Pancrazio? "Quella ormai la diamo per persa in questa battaglia – ha concluso Leporatti –. Ma è evidente che le istituzioni utili a portare avanti un lavoro corale e di volontà unanime sono molte. Perché allora niente si smuove? Non possiamo che chiedere al Comune di fare un tavolo al quale mettere seduti tutti questi soggetti per vedere fin dove è possibile arrivare". 
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